Reddito di cittadinanza, un bluff da 40mila posti
Il reddito di cittadinanza, spogliato di tutta la sua enfasi da campagna elettorale, si è dimostrato impotente nel risolvere l’annoso problema della disoccupazione. I dati confermano che la mancanza di lavoro non la si può curare con il reddito di cittadinanza. Infatti, i numeri usciti in questi giorni danno ragione ai tanti che all’epoca vennero ritenuti profeti di sventure. I dati diffusi dall’Anpal, l’Agenzia per le politiche attive, parlano chiaro: dai centri per l’impiego sono arrivate 529mila convocazioni, sottoscritti 262,738 patti di servizio con un sussidio che a fine 2019 aveva raggiunto 2,3milioni di persone. In sostanza? Meno di 40mila le persone che hanno avuto un contratto di lavoro dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza.
I beneficiari del reddito al dicembre del 2019 erano 2.370.938, e circa l’1,7% di costoro ha trovato lavoro. Percentuale da prendere comunque con le pinze visto che questo numero include anche chi, pur beneficiario del sussidio, non deve sottoscrivere alcun patto per l’impiego e quindi cercare un lavoro (minori, anziani, disabili ecc). Per avere un ordine di grandezza, lo scorso anno l’Istat aveva stimato che soltanto un terzo dei beneficiari del reddito era destinato ad essere inserito in un percorso lavorativo.
Risultati che se raccontati nella giusta maniera danno l’idea di quanto strampalato fosse l’intento dei 5Stelle che vinsero le elezioni su questa roboante promessa. Il problema dei problemi è che il mercato del lavoro non ha subito nessuna modifica ed è quindi impossibile imporre la svolta che si era pesato di porre. Il mercato del lavoro non funziona per via di un economia ferma, per una tassazione enorme e per le sempre presenti “raccomandazioni” che aggirano i canali ufficiali e per un capitalismo ormai malato che impone il maggior profitto con il minimo dispendio di materiale umano.
Reddito di cittadinanza non risolve problema lavoro
Il reddito di cittadinanza non risolve nulla di tutto ciò perché non fa altro che lasciare la situazione così come si trova, anzi. Nel Sud ma non solo, sono molti i casi di persone che preferiscono un finto licenziamento, un lavoro in nero con il plus del reddito di cittadinanza che ingrossa il portafoglio a fine mese.
Non si è tenuto conto di trovarsi dinnanzi una situazione che vede da una parte il mondo del lavoro in stasi che sempre più avvantaggia imprenditori ed imprese e dall’altra un mondo che se non trova una dimensione preferisce mollare la presa. Il reddito di cittadinanza dona un sostegno economico ma non sposta di una virgola il problema. Chi è senza lavoro rimane senza, solo che ha un sostegno che non lo sprona però nella ricerca visto che non vi sono offerte.
di Sebastiano Lo Monaco