Quattro milioni di italiani ridotti alla fame, ma per Renzi il Paese ha svoltato
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Nel 2014, in Italia 4.102mila persone hanno vissuto, se così si può dire, in condizioni di povertà assoluta e altre 7.815mila in condizioni di povertà relativa: circa il 20% della popolazione è rimasta nell’indigenza più assoluta o nel serio disagio; numeri da terzo mondo, numeri incompatibili con un Paese che si vuol dichiarare civile.
È l’Istat a certificarlo, dimostrando che, malgrado tutti gli annunci e le trionfali dichiarazioni che abbiamo dovuto sopportare per tutto l’anno, l’area del disagio è rimasta stabile.
Dinanzi a questi dati vergognosi, il nostro premier Renzi, parlando da Nairobi dove si trova, ha avuto l’incredibile impudenza d’affermare che: ”L’Italia ha oggettivamente svoltato”, e ancora: ”E’ una buona notizia”, solo perché i poveri non sono aumentati ancora.
Che milioni di persone, fra cui oltre un milione di minori, non sappiano come sfamarsi; che la forbice delle condizioni delle Regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno sia mostruosa; che un italiano su cinque fatichi a sopravvivere in condizioni indegne, poco importa.
Per il suo irresponsabile cinismo, importa rimanere sotto i riflettori di Palazzo Chigi; importa inondare la rete di tweet fuori dalla realtà; importano le comparsate internazionali dove viene sistematicamente snobbato. Per lui va sempre tutto bene madama la marchesa.