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Il Qatar ripristina legami diplomatici con l’Iran

Il Qatar ha ripristinato in toto i rapporti diplomatici con l’Iran, interrotti parzialmente con la crisi diplomatica del 5 giugno con le nazioni arabe del Golfo, ignorandone le richieste. Ripristinato anche l’ambasciatore a Teheran, il Paese ricco di gas intende rafforzare le relazioni bilaterali con l’Iran in tutti i campi. La mossa è giunta pochi giorni dopo che l’Arabia Saudita ha iniziato a promuovere un membro della famiglia reale del Qatar, il cui ramo della famiglia è stato espulso in un colpo di palazzo nel 1972.

La crisi diplomatica con le nazioni arabe del golfo era iniziata il 5 giugno 2016, quando Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto hanno interrotto i rapporti diplomatici con Doha, bloccando le vie di comunicazione verso il Qatar, accusandolo di sostenere il terrorismo, interferire nei loro affari interni, essere troppo vicino all’Iran e incoraggiare l’ideologia estremista. I Paesi che hanno imposto il boicottaggio hanno poi pubblicato un elenco di 13 richieste a Doha, che ha ignorato lasciando passare la scadenza. I tentativi di Kuwait, degli Stati Uniti e di altri Paesi non sono riusciti a fare progressi.

Il ministro degli Esteri del Qatar ha annunciato giovedì che dopo venti mesi tornerà a Teheran l’ambasciatore del Paese, richiamato da Doha all’inizio del 2016 in segno di solidarietà con il regime saudita, dopo l’esecuzione di  un eminente religioso sciita, Sheikh Isa Qassim, da parte dell’Arabia Saudita, che aveva scatenato attacchi su due sedi diplomatiche saudite in Iran.

Lo stato del Qatar ha espresso la sua aspirazione a rafforzare le relazioni bilaterali con la Repubblica islamica dell’Iran in tutti i campi, ha dichiarato una breve dichiarazione del ministero degli Esteri.

Nonostante il richiamo del suo ambasciatore nel 2016, l’Iran e il Qatar hanno mantenuto i propri legami commerciali. Il Qatar e l’Iran condividono un massiccio campo di gas naturale offshore, chiamato il campo South Pars da Teheran e il North Field da Doha. Le vaste riserve di gas hanno permesso al Qatar il reddito più alto pro capite del mondo, nonché il finanziamento della rete televisiva Al-Jazeera e l’accoglienza della Coppa del Mondo 2022 Fifa. Dall’inizio della controversia diplomatica con le nazioni arabe nel mese di giugno, l’Iran ha inviato derrate alimentari al Qatar e ha messo a disposizione tre dei suoi porti.

Una direzione diversa del Qatar

“Il Qatar ha dimostrato che andrà in una direzione diversa”, ha dichiarato Kristian Coates Ulrichsen, ricercatore presso l’Istituto James A. Baker III per la Politica Pubblica presso l’Università Rice che vive a Seattle. Quello che sta succedendo in quell’importante zona neo-strategica che si è accesa con la collera contro il Qatar può essere letto come nuovo maldestro tentativo da parte dei tre Stati Canaglia (Usa, Arabia Saudita, Israele) di indebolire l’Iran. Da una parte la veloce crescita dell’attrazione gravitazionale dell’Iran, dall’altra il decadimento orbitale dell’intera regione sempre più vicina all’Iran. I tre Stati Canaglia stanno perdendo la loro influenza sulla regione: gli Usa in Iraq e in Siria, Israele in Libano e l’Arabia Saudita nello Yemen.

Il vero motivo della collera contro il Qatar non è certo il sostegno al terrorismo, ma il gas. Questo Paese è il terzo al mondo per riserve esplorate di gas naturale e il sesto per esportazione di gas liquefatto. I maggiori Paesi produttori di gas, Russia, Iran e Qatar stanno pensando alla creazione di un “Opec del gas”. Immaginate una Opec del gas con due Paesi rappresentanti del nuovo “asse del male”? Quanto al Qatar, gli Stati Uniti che ora stanno entrando nei mercati del gas asiatici ed europei non sono spaventati che questo mercato sia già occupato. Hanno abbastanza mezzi per rimuovere il Qatar servendosi degli alleati di zona. 

Forse farebbe bene il Qatar a stringere la cooperazione con la Russia, con la quale nel passato le relazioni non sono state troppo buone, con la realizzazione di una serie di progetti promettenti, tra cui investimenti ed energia. Cooperare più attivamente con Mosca e Teheran può aiutare Doha a ridurre al minimo le perdite e a non perdere la sovranità.

di Cristina Amoroso

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