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Putin: “Washington non vuole alleati, ma vassalli!”

di Salvo Ardizzone

Nel corso della 13^ “Linea Diretta” con il Paese, trasmessa appunto in diretta su Tv e radio, Vladimir Putin, rispondendo alle domande dei cittadini, ha dichiarato che la Russia è sempre aperta alla collaborazione con l’Occidente ed è pronta alla normalizzazione dei rapporti con gli Usa, ma Washington non vuole alleati o partner, ma vassalli.

Il Presidente russo ha continuato affermando che l’Occidente dovrebbe cercare compromessi con Mosca, non imposizioni e che è ormai chiaro che le sanzioni non siano più legate allo sviluppo della situazione in Ucraina, quanto siano un fatto politico da esse indipendente. Prova ne sia che, mentre la Russia sta attuando gli accordi di Minsk, Kiev sta tardando a farlo, nell’indifferenza dell’Occidente.

Putin ha anche detto che la recente revoca all’embargo sulla fornitura di missili anti-aerei S-300 all’Iran, è conseguente alla flessibilità dimostrata da Teheran sul proprio programma nucleare e che quei sistemi d’arma, tipicamente difensivi, non minacciano in alcun modo Israele ma, scoraggiando aggressioni, rappresentano anzi un fattore di stabilità nella regione.

Le parole del Presidente Putin mettono in chiaro due argomenti che tengono banco nella dinamica internazionale: le sanzioni, decretate con la scusa della crisi ucraina, si sono sfacciatamente manifestate come uno strumento di aggressione alla Russia da parte degli Usa, a cui si sono accodati un gruppo di suoi satelliti europei. Ciò sta facendo pagare all’intera Ue un prezzo altissimo, pagato per assecondare i disegni di Washington e della Nato, che nulla hanno a che spartire con la sostanza vera della tragedia ucraina.

In secondo luogo, il falso problema del nucleare iraniano è stato l’alibi con cui si è voluto colpire un Paese che non si è piegato alle convenienze del blocco di potere che vede insieme Usa, Golfo ed Israele, e nulla ha avuto e ha a che sparire con la temuta sicurezza dell’area.

In merito alle sanzioni, sono da rimarcare le dichiarazioni rilasciate dal ministro Gentiloni, il seguito al G7 dei Ministri degli Esteri conclusosi a Lubecca martedì scorso. Il Ministro ha fatto notare che la tregua concordata a Minsk, malgrado comprensibili tensioni, non ha subito violazioni drammatiche e tiene. Con il consolidamento del cessate il fuoco e del processo concordato, l’Italia sostiene, insieme ad altri Paesi, che sarebbe giusto rivedere le sanzioni, le quali, come sempre detto, sono reversibili. Il Ministro ha voluto altresì ricordare a chi critica questa posizione, come sia l’Italia, insieme alla Germania, a subire le maggiori conseguenze economiche da esse.

Inutile dire come i Paesi della Ue che più sostengono la guerra economico-finanziaria voluta da Washington contro la Russia, e spingono per un’ottusa quanto sterile contrapposizione con Mosca in stile Guerra Fredda, siano i meno colpiti da tali posizioni.

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