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Procede rapidamente l’ammodernamento dell’aviazione siriana

di Salvo Ardizzone

Nel biennio 2014-2016, l’azione dell’Aviazione siriana prima dell’intervento russo ha avuto un drastico rallentamento, influendo pesantemente sul contrasto a “ribelli” e Isis, e imponendo all’Esercito uno sforzo aggiuntivo.

Ciò è stato causato da due ordini di motivazioni: da un canto il logorio derivante da anni ed anni di guerra (con circa 38mila missioni secondo una stima per difetto), dall’altro la carenza di pezzi di ricambio e della possibilità di effettuare le necessarie manutenzioni straordinarie presso le basi sicure rimaste in possesso degli uomini di Assad dopo i primi anni terribili dell’aggressione.

In un simile contesto, a sostenere lo sforzo è stata soprattutto la componente più antiquata e rustica dell’Aviazione (Mig-21, Su-22 e addestratori L-39 modificati per l’attacco leggero), meno bisognosa di interventi sofisticati resi impossibili dalle condizioni, ma giocoforza meno efficace.

Per questo, dalla fine del 2013 e fino alla metà del 2015, la Russia ha fornito programmi di aggiornamento e revisione sostanziale dei mezzi aerei, a cominciare dai Mig-23, macchine pur sempre obsolete, ma comunque assai utili in quello scenario se debitamente implementate. A seguire, sta avvenendo per il Su-24 e i Mig-29, in attesa dell’arrivo di nuovi aerei.

Ma per risolvere radicalmente il problema, poche settimane dopo la firma dell’accordo del 26 agosto per la cooperazione militare fra Siria e Russia, un distaccamento di ingegneri e tecnici russi, insieme alle attrezzature della Mikoyan Gurevich, è stato aviotrasportato nella base aerea di Mezzeh, presso Damasco, per intervenire sugli aerei in loco, evitando lunghi e costosi spostamenti dei mezzi in Russia.

Secondo diverse indiscrezioni, l’ammodernamento della flotta aerea siriana (e soprattutto dei suoi asset più strategici come i Su-24 e i Mig-29) sta procendendo rapidamente, aumentandone drasticamente la capacità offensiva. Il motivo dell’accelerazione è dovuta alla volontà di Mosca (e ovviamente di Damasco) di imprimere una svolta definitiva alle operazioni, moltiplicando i raid sui terroristi.

Nei puntuali briefing del Ministero della Difesa russo (e questi chiari quanto esaustivi, ben differenti dalle sceneggiate messe in atto dalla coalizione a guida Usa) si evince un numero di bersagli colpiti sempre più ampio, ma per concludere rapidamente la campagna, sarebbe necessario un aumento del contingente aereo messo in campo. Un aumento in parte effettuato, ma che trova il limite di una base, Jableh, ormai satura, e di quelle di Shayrat e Tyas non ancora operative per gli estesi lavori necessari.

L’incremento e il miglioramento dei raid condotti dai piloti siriani, permette di aumentare l’appoggio alle offensive in corso e sfruttare al meglio il progressivo sfaldamento delle formazioni “ribelli” e dell’Isis. Cosa che sta puntualmente avvenendo.

Ancora una volta la pronta concretezza dell’azione russa sta centrando gli obiettivi; con buona pace di media faziosi e disinformati, è questa la lotta al terrorismo.

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