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Primi passi verso la normalizzazione dei rapporti fra Usa e Cuba

di Salvo Ardizzone

Il 16 gennaio, le promesse di una normalizzazione dei rapporti fra Usa e Cuba hanno fatto i primi passi: per quanto riguarda i cittadini americani, essi potranno recarsi nell’Isola senza dover chiedere un permesso speciale per almeno una decina di motivazioni abbastanza ampie, potranno usare le proprie carte di credito e riportare indietro acquisti fino a 400 $, inoltre sarà permesso loro di inviare a Cuba rimesse fino a 2mila $ ogni tre mesi; per quanto riguarda gli affari, compagnie aeree e agenti di viaggio potranno operare nell’Isola liberamente e lo stesso le società di telecomunicazioni e finanziarie che non avranno più gli asfissianti limiti precedenti che impedivano qualsiasi business.

È solo un inizio, certo, e la normalizzazione promessa il 17 dicembre è ancora tutta da costruire con l’ostacolo d’un Congresso, controllato ora dai repubblicani, ferocemente contrario, ma è un inizio. Obama ha dichiarato per l’occasione che ”le politiche degli ultimi 50 anni non hanno funzionato” e che “la via migliore è quella dell’apertura e non quella dell’isolamento”.

Dopo un lunghissimo periodo di guerra economica e di attacchi d’ogni genere per soffocare l’Isola caraibica, da parte di Washington è la presa d’atto del fallimento di un’aggressione e della vittoria di un sistema che ha retto, riuscendo a superare prove durissime.

Comunque proceda in futuro questa normalizzazione, è la prova della crisi dell’Imperialismo che, anche nel suo “cortile di casa”, non è riuscito a piegare un Popolo che non ha voluto piegarsi. È la prova che la resistenza paga. Sempre. 

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