Il popolo yemenita a rischio carestia, ma il mondo tace
C’è un grave rischio di carestia per il popolo yemenita che continua a subire da quasi due anni la brutale aggressione dell’Arabia Saudita: oltre il 70 per cento della popolazione si trova in pressante bisogno di assistenza umanitaria.
Parlando durante una visita alla città portuale yemenita di Aden, Stephen O’Brien, sottosegretario generale per gli Affari umanitari delle Nazioni Unite, ha invitato la comunità internazionale ad aumentare il finanziamento per le operazioni di soccorso ai 26 milioni di yemeniti. “Oggi, quasi 19 milioni di persone in Yemen hanno bisogno di assistenza umanitaria. Sette milioni di persone non sanno da dove il loro prossimo pasto proviene e noi ora ci troviamo di fronte ad un grave rischio di carestia”, ha dichiarato O’Brien.
Disperazione per molti residenti soprattutto bambini, gonfi per la fame, in attesa di aiuti esterni o rassegnati al loro destino. Il mese scorso, O’Brien ha lanciato l’allarme per la difficile situazione dei bambini yemeniti con 2,2 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione acuta – un aumento del 53 per cento dalla fine del 2015. “Nel complesso, la situazione dei bambini rimane grave: un bambino sotto i 10 anni muore ogni 10 minuti di cause prevenibili”, ha aggiunto O’Brien.
Stessa carestia si trova in vaste zone del Paese, anche in quei villaggi sulla costa del mar Rosso, dove prima della guerra la pesca era la fonte primaria di sussistenza per gli abitanti dei villaggi. Ora l’area rimane sotto il controllo dei combattenti Houthi, ma la coalizione internazionale a guida saudita ha bloccato le zone costiere, sparando ripetutamente sulle barche da pesca.
Mentre gli attacchi sauditi non accennano a finire, la situazione si fa sempre più grave e gli aiuti umanitari consegnati solo ad alcune di queste aree, non rappresentano una soluzione completa al problema del rischio carestia. Jamal Wakeem, professore di storia e relazioni internazionali presso l’Università Libanese di Beirut, afferma che i sauditi stanno volutamente peggiorando la crisi umanitaria per raggiungere i loro obiettivi politici. Questa è una strategia consapevole dei sauditi, che hanno cercato di esercitare pressioni economiche, il che equivale a “genocidio”.
Il funzionario delle Nazioni Unite ha riferito che più di 7.500 yemeniti sono stati uccisi e più di 40mila feriti dal marzo 2015, quando l’esercito saudita ha lanciato una brutale campagna militare contro lo Yemen a sostegno del suo precedente governo filo-saudita. “Sappiamo, tuttavia, che questa è una sotto-segnalazione, dato lo stato fatiscente del sistema sanitario e di tutte le strutture sanitarie nel Paese e la loro incapacità di riportare con precisione i numeri reali”, ha aggiunto.
Accanto alla sotto-stima delle Nazioni Unite, il Centro Legale dello Yemen per i diritti e lo sviluppo, un gruppo indipendente di monitoraggio, ha riferito giovedì scorso che il bilancio delle vittime civili della guerra era salito a 12.041 unità, tra cui 2.568 bambini e 1.870 donne.
di Cristina Amoroso