Ponte Morandi: in Procura i nomi di chi sapeva
Il disastroso crollo del ponte Morandi, che alla vigilia di ferragosto ha scosso Genova e l’Italia intera, è solo l’epilogo di una tragedia più volte annunciata. Erano in tanti a sapere e in oltre trent’anni di storia, in tanti avevano dato l’allarme. Quella struttura non era affatto sicura ed era affetta da diverse criticità.
La Guardia di Finanza, proprio in queste ore, ha dato una stretta alle indagini circa le responsabilità di dirigenti pubblici e vertici di Autostrade s.p.a. Su decreto del procuratore di Genova Francesco Cozzi, le Fiamme Gialle stanno provvedendo al sequestro di tutti i documenti riguardanti il ponte Morandi nelle sedi del Ministero delle Infrastrutture e nel suo ufficio ispettivo territoriale di Genova, nella sede del Provveditorato delle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Val d’Aosta, e della Spea Engineering spa.
Secondo le dichiarazioni del procuratore Cozzi ci sono già elementi utili per accertare le cause del crollo di quei 250 metri di viadotto che è costato la vita a 43 persone e che portano le indagini lontano nel tempo, fino agli anni ’80. Formalmente non vi è nessun indagato, ma i nomi di chi era al corrente delle precarie condizioni di salute della struttura sono ben chiari in Procura e, assicura Cozzi, le attività di indagine sono più che fervide.
Al vaglio degli inquirenti, oltre a verbali di riunioni, autorizzazioni e documenti di manutenzione anche stralci di corrispondenza privata tra funzionari e dirigenti che possano far luce su eventuali omissioni e responsabilità, in particolare sulle vicende attinenti il rinforzo degli stralli di pila n. 9 e 10 del ponte Morandi.
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, in un tweet, si dichiara ben felice dell’intervento della Guardia Di Finanza, affinché venga finalmente fatta chiarezza su quanto successo in passato e mettendosi a completa disposizione delle autorità che indagano sul disastro.
A proposito di responsabilità politiche passate, si registra uno dei tanti scontri a margine della vicenda, ossia quello tra il vicepremier Luigi Di Maio e l’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti. Alle dichiarazioni infuocate di Di Maio circa la presentazione alla Corte dei Conti di un esposto per danno erariale a carico degli ex ministri, ossia di coloro che nei governi passati hanno sostenuto la concessione ad Autostrade, Minniti, in diretta tv, risponde che Di Maio farebbe bene a chiedere delucidazioni per primo al suo collega Salvini che ha candidamente ammesso che durante il governo Berlusconi, nel 2008, votò a favore proprio di quella concessione ad Autostrade che l’attuale Governo vuole a tutti i costi revocare.
di Massimo Caruso