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Poliomielite, l’altra guerra siriana

In questi giorni in Siria non si combatte solo con le armi ma anche contro la poliomielite o paralisi infantile, che ha colpito fino ad ora circa 13 bambini. La poliomielite è una patologia che si trasmette per via oro-fecale; un virus che invadendo il sistema nervoso centrale, colpisce maggiormente i neuroni motori causando debolezza muscolare e paralisi fiacca acuta.

È molto contagiosa se persiste scarsa igiene e mancanza di vaccinazione con un risultato finale di un miscuglio perfetto per diffondere l’epidemia in un istante.

In Siria, in seguito alla dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Onu per l’emergenza poliomielite, si sta cercando di fermare questa “epidemia” mediante delle campagne di vaccinazione, con la paura che possa diffondersi rapidamente tra i bambini in Medio Oriente. Secondo alcune analisi, pare che questo virus abbia avuto origine in Pakistan e poi trasmesso addirittura in Egitto, in Israele e in Palestina, ma fortunatamente non ha contagiato nessun bambino grazie all’alto tasso di vaccinazioni.

Una possibile epidemia di poliomielite in Siria è stata annunciata più di tre settimane fa. I funzionari della sanità hanno confermato, la scorsa settimana, che sono presenti almeno 10 casi di malati contagiati durante la guerra nella regione siriana di Deir-ez- Zo. I funzionari hanno inoltre aggiunto nella loro lista di infettati anche altri 14 casi sospetti che presentano sintomi di paralisi flaccida acuta, il sintomo rivelatore del virus. Un funzionario delle Nazioni Unite ha avvertito al momento che le malattie si stanno diffondendo a causa della mancanza di accesso alle norme igieniche di base e vaccinazioni.

L’epidemia di poliomielite in Siria è l’ennesima tragedia per i bambini che già hanno sofferto abbastanza a causa della guerra; ciò rappresenta un campanello di allarme, un’occasione molto importante per poter finalmente vaccinare tutti i bambini aventi un sistema immunitario molto basso.

“Vaccinare solo profughi siriani – come è stato raccomandato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – deve essere giudicato come insufficiente; dovrebbero essere prese in considerazione misure più incisive”, ha scritto il professor Martin Eichner e Stefan Brockman dell’Ufficio regionale sanità pubblica Reutlingen, entrambi in Germania.

Molte organizzazioni, tra cui l’Unicef, hanno contribuito a combattere questa patologia procurando grosse quantità di dosi di vaccino antipolio per uso orale, in modo tale da poter vaccinare un maggior numero di bambini. Manifestazioni a sostegno della vaccinazione sono in programma nei prossimi giorni in Libano, Iraq, Giordania e Siria.

di Redazione

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