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Persepoli, scavi portano alla luce mattoni smaltati

Un team di archeologi iraniani e italiani ha recentemente portato alla luce alcuni mattoni smaltati, che riportano motivi di tori e draghi. La scoperta è stata fatta vicino alle rovine di una maestosa porta a Persepoli, patrimonio dell’Unesco.

I mattoni smaltati recano motivi di tori e draghi mushhushshu, quest’ultimo è una creatura mitica un tempo popolare nell’antica Mesopotamia. Chiamato Tall-e Ajori, il portale è realizzato in mattoni e materiale argilloso con tutto l’esterno decorato con mattoni dipinti.

Le narrazioni dicono che mushkhushshu è un animale ibrido mitologico con zampe posteriori che ricordano gli artigli di un’aquila, arti anteriori simili a leoni, un collo e una coda lunghi, una testa cornuta, una lingua simile a un serpente e una cresta.

Il Mushkhushshu appare più famoso sulla ricostruita Porta di Ishtar della città di Babilonia, risalente al VI secolo aC. Nell’antica Babilonia, mushhushshu (pronunciato “moosh-hoosh-shoo”) era una creatura divina associata a Marduk, il Dio principale della città.

Con una superficie di 13 ettari di maestosi accessi, scalinate monumentali, sale del trono (Apadana), sale di ricevimento e dipendenze, Persepolis è classificata tra i più grandi siti archeologici del mondo.

Persepoli sede del governo dell’Impero achemenide

Persepoli era la sede del governo dell’Impero achemenide, sebbene fosse progettata principalmente per essere un luogo di spettacolo e un centro per i ricevimenti e le feste dei re e del loro impero. Fu bruciato da Alessandro Magno nel 330 aC apparentemente come vendetta per i persiani perché sembra che il re persiano Serse avesse bruciato la città greca di Atene circa 150 anni prima.

L’immensa terrazza della città fu iniziata intorno al 518 aC da Dario il Grande, re dell’Impero achemenide. Su questa terrazza, i re successivi eressero una serie di edifici sontuosi architettonicamente sbalorditivi, tra cui il massiccio palazzo Apadana e la Sala del Trono (“Sala delle cento colonne”).

Un sito di rara bellezza

Il sito è caratterizzato da un’ampia terrazza con il lato est che si affaccia sul Kuh-e Rahmat (“Monte della Misericordia”). Gli altri tre lati sono formati da un muro di contenimento, che varia in altezza con la pendenza del terreno da 13 a 41 piedi (da 4 a 12 metri). Sul lato ovest, una magnifica doppia scalinata in due rampe di 111 brevi gradini in pietra conduce alla sommità. Sulla terrazza ci sono le rovine di diversi edifici colossali, tutti costruiti con una pietra grigio scuro (spesso levigata fino a ottenere una superficie simile al marmo) della montagna adiacente.

Secondo la Britannica, la pietra veniva tagliata con la massima precisione in blocchi di grandi dimensioni, che venivano posati senza malta; molti sono ancora sul posto. Particolarmente suggestive sono le enormi colonne, 13 delle quali si trovano ancora nella sala delle udienze di Dario I (il Grande; regnò dal 522 al 486 a.C.), nota come Apadana, il nome dato a una sala simile costruita da Dario a Susa. Ci sono altre due colonne ancora in piedi nell’atrio della Porta di Serse, e una terza è stata assemblata lì dai suoi pezzi rotti.

Nel 1933, a Persepoli furono scoperti nelle fondamenta della sala delle udienze di Dario due serie di tavole d’oro e d’argento che riportavano nelle tre forme cuneiformi – persiano antico, elamita e babilonese – i confini dell’impero persiano. Diverse iscrizioni, intagliate nella pietra, di Dario I, Serse I e Artaserse III indicano a quale monarca furono attribuiti i vari edifici.

di Redazione

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