Medio OrientePrimo Piano

Perché Riyad teme Hezbollah?

Mentre gli Usa annunciavano nuove sanzioni contro il gruppo di Resistenza libanese, Riyad ha chiesto la creazione di una coalizione internazionale contro Hezbollah.

Thamer al-Sabhan, Ministro saudita per gli Affari nel Mondo Arabo e per il Golfo Persico, in un twitter postato lo scorso 8 ottobre ha giudicato positivamente le nuove sanzioni imposte dagli Usa nei confronti di Hezbollah, aggiungendo tuttavia che la soluzione al problema risiede nella creazione di una coalizione internazionale che si opponga al gruppo ed ai suoi sostenitori, affinché possano essere ristabilite la pace e la sicurezza nella regione.

Le relazioni tra l’Arabia Saudita ed Hezbollah non sono mai state positive; sin dalla creazione del gruppo nel 1985 Riyad ha adottato un approccio ostile nei confronti della Resistenza libanese. Gli analisti sostengono che l’incoraggiare nuove sanzioni da un lato, e la richiesta di una coalizione internazionale dall’altro, sono nient’altro che la prova dell’importanza che i governanti sauditi riconoscono al Partito di Dio.

Perché Riyad ha accolto positivamente le sanzioni nei confronti di Hezbollah chiedendone addirittura ulteriori?

L’influenza di Hezbollah all’interno del Libano il Libano, uno Stato alle prese con una crisi politica interna che dura da molti anni, Paese peraltro confinante con Israele, occupa una posizione geografica molto importante tale da attirare l’attenzione di tutti gli attori coinvolti nello scenario mediorientale come Usa, Arabia Saudita e Iran. Per la forte connotazione sciita, Hezbollah ha guadagnato enorme popolarità in molti Paesi del mondo arabo, soprattutto dopo la Guerra del 2006 contro Israele, durante la quale il regime di Tel Aviv subì una bruciante sconfitta dai miliziani libanesi, nonostante la disparità delle forze in campo.

Nel 2016 Hezbollah ha avuto un ruolo determinante nell’elezione di un nuovo Presidente per il Paese. Dopo due anni di seggio vacante, dovuti ad uno stallo politico provocato dal disaccordo tra il candidato sostenuto dall’alleanza saudita-occidentale e quello sostenuto dalla Resistenza. L’influenza di Hezbollah e la crescente fiducia nel movimento hanno fatto aumentare i malumori da parte degli oppositori stranieri che hanno cercato di ridurre il sostegno popolare al movimento attraverso sanzioni o attraverso coalizioni internazionali.

Hezbollah come esempio di resistenza del mondo arabo I successi di Hezbollah, soprattutto quelli nei confronti di Israele, non si limitano ai confini del Paese, ma sono visti di buon occhio anche da nazioni vicine che hanno sempre appoggiato e sostenuto il movimento. La vittoria sul regime israeliano, nemico storico degli Stati arabi, ha mandato un chiaro messaggio alle nazioni oppresse sulla possibilità di potersi ribellare ai soprusi ed uscirne vincitori. Con la vittoria del 2006 contro Israele, la Resistenza ha aumentato il consenso nel mondo arabo, poiché da solo è riuscito laddove una coalizione armata di Paesi arabi aveva fallito dopo molti anni di lotta.

La sconfitta israeliana, come ammesso da molti, ha ridato orgoglio e dignità al mondo arabo, oltre che fornire a molti gruppi interni ed esterni all’area un esempio da poter seguire. Ed è in tutto questo che si può leggere il motivo per il quale Washington e Tel Aviv stanno cercando di arginare l’influenza di Hezbollah utilizzando il ruolo dell’Arabia Saudita nella regione.

La presa di posizione anti Hezbollah al servizio dell’agenda israelo-occidentale Quando nel 2011 la regione è stata scossa dalle rivolte arabe, la monarchia saudita ha reso pubblici i suoi rapporti con Israele. Di sicuro la creazione di una coalizione internazionale anti Hezbollah fa parte dei mutui interessi dell’Arabia Saudita e di Israele. I leader sauditi stanno cercando di conciliare le posizioni dell’Occidente e quelle di Tel Aviv in due modi distinti: opponendosi alla causa palestinese, bollata come parte dell’Asse della Resistenza, e facendo includere Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristici non solo per minarne il consenso ma anche per ledere l’influenza dell’Iran nella regione.

Nonostante tutti questi sforzi, le aspettative saudite di veder diminuire l’importanza di Hezbollah sono finora vane. Due punti fondamentali ostacolano le mire di Riyad: in primis, Hezbollah è un attore ben radicato nel territorio libanese, con una forte influenza politica ormai unanimemente riconosciuta dagli Stati della regione. Altro punto è che il gruppo libanese vede la realizzazione di una coalizione anti Hezbollah come l’intenzione saudita di minare l’unità libanese facendo così gli interessi di Tel Aviv.

di Mafalda Insigne

 

Mostra altro

Articoli correlati

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio

IlFaroSulMondo.it usa i cookies, anche di terze parti. Ti invitiamo a dare il consenso così da proseguire al meglio con una navigazione ottimizzata. maggiori informazioni

Le attuali impostazioni permettono l'utilizzo dei cookies al fine di fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui ad utilizzare questo sito web senza cambiare le tue impostazioni dei cookies o cliccando "OK, accetto" nel banner in basso ne acconsenterai l'utilizzo.

Chiudi