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Pentagono: sì alle donne soldato in prima linea

di Adelaide Conti

Il Pentagono fa sapere che dal primo gennaio del 2016 le donne potranno affiancare in prima linea i colleghi uomini. L’annuncio, riportato dai media statunitensi, fa eco alle dichiarazioni del segretario alla Difesa Ashton Carter, secondo il quale: “Per combattere il nemico dobbiamo poter contare sul 100% della popolazione”. Di fatto una rivoluzione per le forze armate che potranno adesso fare affidamento anche sul personale femminile. Un risultato importante per le soldatesse, le quali – da adesso in poi – saranno considerate alla pari dei colleghi uomini. Nel dare l’annuncio, Carter ha inoltre sottolineato che le forze di combattimento americane sono un “istituzione che impara ” con il tempo. Il riferimento è al successo delle recenti “rivoluzioni” storiche, incluse quella sui gay. La decisione non arriva di punto in bianco. Già nel 2013 il Pentagono aveva mostrato qualche timido segnale che faceva presagire la possibilità di integrare le donne nei vari corpi armati Usa, senza alcuna limitazione.

Donne che potrebbero essere impiegate in tutti i ruoli: da combattimento, nelle unità di fanteria e nelle forze speciali. Dal primo gennaio la decisione diventerà effettiva, e senza deroghe. Sempre secondo il capo della difesa: “Per avere successo nella nostra missione di difesa nazionale non possiamo permetterci di fare a meno delle abilità e del talento della nazione. Dobbiamo avere il massimo da ogni persona che risponde ai requisiti standard”. E parlando alle truppe americane nella base di Sigonella, in Sicilia, aggiunge: “Limitare la ricerca di personale militare qualificato solo alla metà della popolazione sarebbe da pazzi”.

Il sì alle donne “no limits” sarebbe arrivato anche dall’Aviazione e dal Comando delle operazioni speciali, rimane scettico il corpo dei Marines. Come si evincerebbe dalle parole pronunciate dal generale Joseph Dunford, attuale Capo dello Stato Maggiore congiunto delle forze armate Usa, nonché ex comandante dei Marines che ha le idee chiare sul ruolo delle donne: “Devono stare lontane dalla prima linea” perché – spiega – in determinate situazioni le unità miste “non sono allo stesso modo efficienti” come quelle solo maschili. Ma il numero uno del Pentagono non ha dubbi e assicura che “non ci saranno eccezioni”. Le donne, se idonee, potranno contribuire alle missioni americane senza alcun problema.

Dopo l’annuncio del Pentagono di utilizzare in un prossimo futuro le donne direttamente sul campo, il pensiero non può non correre alle migliaia di donne Curde costrette a trasformarsi – loro malgrado e per ragioni del tutto differenti – in soldatesse per difendere la propria vita, quella dei loro cari e non per ultimo i loro Paesi. Un ruolo, quello delle giovani combattenti musulmane e cristiane, significativo e cruciale nella lotta contro il terrorismo. A loro non è concesso scegliere se imbracciare i fucili o meno. Ma questa, si sa, è un’altra storia.

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