Pasqua in Palestina: né libertà di culto, né di movimento
Instabilità e insicurezza hanno segnato un forte calo nelle visite per la Pasqua dei pellegrini cristiani in Palestina. Israele ha imposto restrizioni di routine ai fedeli palestinesi che avrebbero voluto celebrare la Pasqua in visita al Santo Sepolcro a Gerusalemme.
“Violazioni alla libertà di culto e contro l’identità stessa della città”, ha commentato Jamal Khader, patriarca latino di Gerusalemme. Quest’anno è stato “permesso” a 850 cristiani di Gaza di recarsi a Gerusalemme per la Pasqua, ma la “gentile concessione israeliana” sarebbe giunta a poche ore da un altro divieto, quello rivolto ai palestinesi di fede musulmana di Gaza di pregare alla moschea di Al-Aqsa.
Hamma Amira, a capo dell’Alto comitato presidenziale per gli affari clericali in Palestina ha dato una sua interpretazione dell’iniziativa, e ha dichiarato: “Per Israele i palestinesi di fede musulmana sarebbero una minaccia alla sicurezza, mentre (solo per quest’anno) 850 palestinesi cristiani di Gaza non lo sarebbero. Lo stato d’occupazione israeliano punta a produrre razzismo interno alla nazione palestinese, e a dividerla”.
Arrogandosi Israele unilateralmente e illegalmente un’esclusiva sulla città, ha vietato ai palestinesi in maniera estesa l’accesso a Gerusalemme durante la festività ebraica di Purim.
di Redazione