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Quando il Papa parlava di Nuovo Ordine Mondiale

«Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale». Così iniziò il suo discorso Benedetto XVI  quel 25 dicembre 2005, da poco eletto ma forse già noto verso cui sarebbe andato incontro. Nwo, lo chiamano Nuovo Ordine Mondiale. Ormai se ne parla dovunque e perfino nei programmi televisivi quasi fosse un mistero come quello dell’esistenza degli Ufo. Molti si chiedono quale scopo non contrastare certi programmi che trattano proprio nello specifico un campo come quello della massoneria mondiale: se controlla tutto, come mai concedono ai comuni mortali di accedere a tali informazioni?

Forse una tra le poche risposte potrebbe essere il frutto di uno studio accurato della psicologia umana. Succede infatti che l’individuo, quando gli viene somministrata una certa quantità di informazioni riguardo un tema poco conosciuto, per la maggior parte delle volte reagisce secondo un atteggiamento che invece va a giovare alla controparte. Venire? Il padre di famiglia, il lavoratore onesto, la casalinga, l’impiegato e chi ne ha più ne metta, di fronte un conduttore televisivo che presenta il loro mondo di tutto il misterioso intriso di documentazioni valide, data, nomi, spiegazioni che non vogliono una piega e che veramente danno loro la certezza della veridicità delle stesse, non abilmente apparentemente incuriosirsi per andarne a parlare col collega o con l’amico, il quale possibilmente non ne sa nulla.

Fine di una civiltà

È proprio lì che, aggiungendo magari anche qualcosa di diverso come quel Don Abbondio ha col suo strano “latino” di fronte al povero Renzo dei Promessi Sposi, chi da quelle informazioni alla persona stupita incomincia inconsapevolmente un sentirsi sapientone, un rivedersi come una persona informata e molto più avanti degli altri: insomma, quella persona che non ha più bisogno di imparare nulla perché gli bastano quelle poche “segrete” informazioni e quell’apparente appagamento nel diffonderle (in qualsiasi modo, vuoi anche con un “condividi” su Facebook) per continuare le sue faccende quotidiane con un gradino in più.

Intanto però c’è chi parla di fine di una civiltà, quella europea, che già con le famose dimissioni del Papa Benedetto XVI, sta mostrando tutta la sua debolezza, fragilità e perché no anche perdita di fede.

Così commentava Ida Magli ne “Il Giornale”: “La crisi della civiltà europea, dunque, è giunta all’ultimo atto. Non si può non interpretare in questo modo un gesto che accade per la prima volta dopo duemila anni di storia: le dimissioni di un Papa. Quali che siano le cause contingenti – stanchezza, vecchiaia, malattia, ostilità interne alla Curia, pressioni politiche, crisi della Chiesa, crisi del cristianesimo – l’unica cosa certa è che l’Italia, l’Europa, l’Occidente, stanno vivendo le ultime fasi del lungo itinerario che ha visto la nascita, lo sviluppo e l’improvviso declino di una straordinaria invenzione culturale, quella che ha caratterizzato, con la fioritura dell’intelligenza, la storia dell’Italia e di tutto l’Occidente”.

Già con il Concilio Vaticano II infatti si tentò di salvare l’intera Chiesa e tutto il cristianesimo ma ancor oggi si discute del suo fallimento. Oggi però si vuol far credere della stanchezza fisica del Papa piuttosto che quella psicologica, quella di una possibile imposizione dall’alto.

Lo scopo degli Illuminati

Ma quale sarebbe lo scopo di questi illuminati se non quello di colpire ancora di più un’istituzione che, nonostante i suoi errori negli anni e le sue colpe che hanno spinto molti credenti a chiudersi nella loro fede limitando i rapporti con essa, ha da sempre rappresentato un punto di riferimento? La parrocchia del paesino, il prete del quartiere che sa tutto di tutti ma che è sempre lì per ascoltare i suoi credenti, i loro peccati o le loro insicurezze.

Il catechismo dei bambini, le comunità o le associazioni di fedeli che puntualmente si riuniscono in un luogo comune, angoli profumati d’incenso o di fiori, posti a cui si attribuisce il significato di una seconda casa. Vogliamo o no, crediamo o meno, come negare l’importanza che la Chiesa ha sempre avuto nella coesione di una società ultimamente cadute nelle disgregazioni dei divorzi facili, degli eccessivi femminismi, nell’imitazione di modelli diseducativi, nell’esagerata libertà dell’individuo che spesso colpisce la libertà stessa dell’altro? Perché dunque questo improvviso allontanamento di un Papa? E chi eleggeranno al posto suo? Chissà come Dante adesso commenterebbe questo secondo “rifiuto”.

“Il lascito di Papa Benedetto è oggi un invito alla preghiera e alla responsabilità per tutti – riferiva il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi – anzitutto per i cardinali a cui incombe il compito dell’elezione del Successore, ma anche e non meno per tutta la Chiesa”. Poi c’è invece chi sostiene che i centri del potere economico che hanno guidato il mondo, sono quasi falliti, e che il Papa non ha voluto essere coinvolto direttamente in questo grande processo.

…un Nuovo Ordine mondiale sorgerà

Comunque sia, in un modo o nell’altro, qualcosa più grande di noi stessi continua ad infiltrarsi per sconvolgere del tutto l’evolversi di vicende che hanno e che cambieranno il mondo. E per concludere o forse per far capire come nel più piccolo anche l’inconscio dei più giovani viene controllato o manipolato, riportiamo un discorso del famoso “Il Signore degli anelli – Le due Torri”: “Il mondo sta cambiando Chi ora ha la forza di opporsi agli eserciti di Isengard e di Mordor? Insieme mio signore Sauron regneremo su questa Terra di Mezzo. Il vecchio mondo brucerà tra le fiamme dell’industria, le foreste cadranno… un Nuovo Ordine mondiale sorgerà”.

Scherziamoci su ed intanto, tra progetti di microchip sottocutanei a cui ci abitueranno secondo la strategia della gradualità (vedi Noam Chomsky) e formazioni di potenti social networks dove è l’utente stesso a schedarsi nei suoi momenti più personali, diventeremo magari una massa di esseri immatricolati, sradicati dal proprio territorio d’origine, dagli affetti, dai luoghi d’infanzia e sempre pronti ad ubbidire sotto salari bassissimi, illusioni e soddisfazioni passeggere, guidati da impulsi elettronici che sostituiranno non solo ogni tipo di moneta ma anche di ragione, di pensiero, di rapporto tangibile con la terra. La paura incessante di essere licenziati, di veder crollare tutte le nostre certezze “volanti” in un solo colpo. È su questa insicurezza, su questo disordine che il potere fonda le radici di un nuovo ordine.

di Redazione

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