Palestina non è più un posto sicuro per i sionisti
Mentre l’orologio segna l’imminente fine dell’illegittimità di Israele, dalla terra occupata della Palestina arrivano notizie sempre più incoraggianti. Il movimento di Resistenza Jihad islamico, afferma che il suo personale ha acquisito la capacità di colpire con effetto significativo Tel Aviv o qualsiasi parte dell’entità sionista.
Secondo il leader del Jihad islamico, Ziyad an-Nakhalah, “l’Asse della Resistenza è in grado di colpire Tel Aviv e tutte le altre città, villaggi e insediamenti” nella loro patria usurpata dai sionisti.
Gli osservatori hanno sottolineato che questa dichiarazione di Nakhalah non è un’esagerazione, soprattutto in considerazione del rapido miglioramento delle capacità di difesa del Jihad islamico, che come Hamas è un movimento di base e si basa sul sostegno di tutti i palestinesi.
I palestinesi hanno tutto il diritto di acquisire la più recente tecnologia di difesa, aggiornare qualunque arma abbiano in loro possesso ed elaborare armamenti più letali, in conformità con le regole della Carta delle Nazioni Unite per le persone sfollate e cacciate dalla loro patria.
Negli ultimi settantadue anni, di fronte alle brutalità del regime sionista, insieme agli indebiti compromessi dei leader cosiddetti nazionalisti, i gruppi islamici palestinesi hanno dimostrato di essere più seri e credibili. Hanno portato avanti eroicamente la lotta per contrattaccare il regime sionista per i suoi attacchi di terrorismo di stato. Questo è servito a tenere sotto controllo le atrocità israeliane.
Ora, con il tradimento dei regimi arabi evidente al mondo intero, i gruppi della Resistenza palestinese sono più determinati a portare avanti la loro lotta per la liberazione della loro patria.
Palestina non è in vendita
Nakhalah, nella sua intervista televisiva, ha affermato che il piano sostenuto dagli Stati Uniti per spingere alcuni Stati arabi, come gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrain, a stabilire legami diplomatici con Israele. Questo piano mira a garantire l’obbedienza nei confronti di Israele e, se possibile, a colpire la causa palestinese.
La Palestina, tuttavia, non è una merce da vendere, e nessuno Stato arabo ha il diritto o può fare un accordo con i demoni sionisti e americani su una terra che non appartiene a loro.
Era il segreto di Pulcinella che gli Stati del Golfo Persico avessero legami commerciali, politici ed economici clandestini con Israele da diversi decenni. La loro recente mossa per stabilire legami diplomatici appare come una mossa disperata dal presupposto che ciò avrebbe prolungato la loro precaria sopravvivenza.
No, non fa alcuna differenza per i movimenti palestinesi, che sono fiduciosi di migliorare rapidamente le loro capacità di difesa, e in caso di qualsiasi futura escalation di attacchi da parte dell’entità sionista, colpiranno con estrema durezza. I nuovi missili della Resistenza sono in grado di colpire obiettivi ovunque nella Palestina occupata. Quando ciò accadrà, il mondo vedrà la distruzione delle cosiddette cupole di ferro e un altro passo strategico verso la fine di Israele.
di Yahya Sorbello