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Palestina. La violenza dei coloni è il “prezzo da pagare” per non aver rinunciato alla propria terra

di Manuela Comito

Non si fermano le violenze e i soprusi contro la popolazione palestinese in Cisgiordania. L’ultimo episodio risale a ieri, quando coloni israeliani hanno attaccato e bruciato una moschea palestinese nel villaggio di Deir Istiya, nel nord della Cisgiordania, secondo quanto riferiscono fonti locali.

Il sindaco di Deir Istiya, Abu Ayyub Hijah, ha dichiarato a Ma’an che l’attacco è avvenuto poco prima dell’inizio delle preghiere dell’alba e che i coloni hanno appiccato il fuoco al cancello principale e ad alcuni tappeti che si trovavano all’ingresso della moschea. Gli abitanti del villaggio sono riusciti a spegnere l’incendio prima che si propagasse all’interno.

I coloni hanno, inoltre, voluto lasciare un “segno” del loro passaggio imbrattando i muri circostanti con slogan razzisti che incitano all’odio e alla violenza verso la popolazione araba e con una frase “saluti da Qusra”. Va detto che martedì gli abitanti della zona Qusra e Jalud erano riusciti a catturare un gruppo di coloni che aveva tentato di danneggiare le loro proprietà; li avevano trattenuti per diverse ore e li avevano, infine, consegnati alle forze di sicurezza israeliane.

La violenza e gli atti di vandalismo dei coloni non hanno come obiettivo solo i luoghi sacri, ma tutto ciò che appartenga ai civili palestinesi. Si stima che più di 8000 alberi di ulivo di proprietà palestinese siano stati distrutti o danneggiati nel 2013 in seguito agli attacchi dei coloni. La Fondazione Al-Tadamun, una Ong che opera nell’ambito dei Diritti Umani, all’inizio di gennaio ha pubblicato un rapporto secondo il quale centinaia di alberi sono stati sradicati, bruciati, abbattuti e, addirittura, inondati con acque reflue provenienti dagli insediamenti, con il solito pretesto delle “misure di sicurezza” israeliane.

Gli attacchi dei coloni contro i palestinesi e le loro proprietà rappresentano, purtroppo, la quotidianità nei Territori Occupati e spesso si verificano in presenza e con la compiacenza dei militari israeliani. Gli insediamenti coloniali rappresentano il più grande ostacolo al processo di pace nella regione e la loro continua espansione si traduce nella sottrazione di territorio palestinese, in totale violazione delle leggi internazionali e, in particolare, della Convenzione di Ginevra, che vieta la costruzione su terre sottratte illegalmente.

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