Cronaca

Trivulzio, il Pio Albergo dell’orrore

Il Pio Albergo Trivulzio (Pat) torna all’onore delle cronache dopo che nel ’92 fu al centro dello scandalo di Mani pulite, con Mario Chiesa che intasava lo scarico del water di casa propria con i soldi delle tangenti. Così partì una delle più grandi inchieste che sconvolse e rivoluzionò la politica italiana. Il Pio Albergo Trivulzio è conosciuto dai milanesi anche come “Baggina”, così come lo canta De Andrè in quel capolavoro che è “La Domenica delle Salme”. Adesso il Pio Albergo torna alla ribalta a causa del Covid-19, perché stando a quanto scoperto sino adesso siamo dinnanzi ad uno spettacolo terrificante.

Al Trivulzio si muore, ma non sono le morti di coloro che sono arrivati a fine vita in modo naturale, sono delle morti anomale. Si parla di polmoniti, prima sono solo 19 in più rispetto allo scorso anno poi improvvisamente non bastano più i posti nell’obitorio ed i morti bisogna spostarli nella cappella. Quello che succede al Pio Albergo Trivulzio è il più classico scandalo all’italiana: viene occultato il focolaio di Coronavirus, come è successo ad Alzano Lombardo.

Inchieste e connivenze

1300 pazienti presenti nella struttura più medici, infermieri e personale sanitario. Il Covid-19 ha contagiato tutti perché a nessuno è stato imposto l’uso delle protezioni minime e chi lo ha solo mestamente consigliato è stato allontanato. Al Prof. Luigi Bergamaschini, uno dei geriatri più qualificati della provincia di Milano, il 3 di Marzo si è visto recapitare un provvedimento di esonero essendo un soggetto a rischio, ma la verità è un’altra: è stato allontanato perché ha suggerito al personale sanitario di usare le protezioni.

Adesso si indaga su 70 morti con tanto di ispezione ministeriale organizzata dal ministero della Salute. Da segnalare l’emendamento a firma della Lega che prevedeva uno scudo penale nei confronti dei direttori sanitari che li avrebbe messi al riparo da possibili cause. Ma, mentre Salvini invocava le chiese piene, l’emendamento veniva bloccato.

Perché questo interesse per il Trivulzio?

Semplice, la maggior parte dei direttori sanitari della Lombardia sono stati scelti dalla Lega, così come è stato scelto dalla Lega Giuseppe Calicchio che è il direttore sanitario del Pat, amico personale di Salvini e di Attilio Fontana.

Quindi, perché si è voluto insabbiare tutto? Perché ai parenti è stato impedito non solo di vedere ma anche di parlare al telefono con i propri cari? Perché Calicchio ha preferito occultare i decessi e perché, stando alle parole di Bergamaschini: “Al Pio Albergo Trivulzio c’era un clima di terrore?”.

Al Pat si è continuato a lavorare come se niente fosse, senza mascherine, niente protezioni. Gli anziani morivano da soli, senza il conforto dei propri cari che rimanevano ignari del tutto. Si ricoveravano anche 12 pazienti esterni senza che venisse fatto alcun test. Infermieri, Osa, Oss e medici sono stati mandati allo sbaraglio.

Ora dovrà essere l’inchiesta a fare luce, almeno si spera, anche se la regione Lombardia dalla quale dipende la gestione del Pio Albergo Trivulzio non vuol sentire parlare di processi. L’assessore regionale Gallera parla di “procedure rispettate” e nella sua relazione quotidiana sul covid-19 ha dichiarato: “Si è vero, sono morte 70 persone ed ogni morte è fonte di grande tristezza, ma lo scorso anno sono morte 52 persone. Certo, qualcuno si è infettato e purtroppo è deceduto, 18 persone sono morte per il Covid-19, ma è confortante che al Pat siano state messe in pratica tutte le misure di sicurezza”. Purtroppo la realtà, a quanto sembra, è ben lontana dalle dichiarazioni dell’assessore.

di Sebastiano Lo Monaco

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