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Abdul-Halim Toraby, malato di leucemia, lasciato morire nelle carceri israeliane

di Manuela Comito

La Società dei Prigionieri Palestinesi (PPS) ha riferito che il detenuto Abdul-Halim Toraby, di 22 anni, è deceduto nell’ospedale israeliano Al-‘Affoula, dopo che gli sono state negate le cure mediche essenziali. Il prigioniero era stato trasferito all’Al-‘Affoula in seguito a un grave peggioramento delle sue condizioni. Toraby veniva dal villaggio Sorra, che si trova a ovest della città di Nablus; era gravemente malato di leucemia e non ha mai potuto usufruire dei trattamenti medici di cui aveva bisogno.

La Jihad Islamica, il movimento a cui apparteneva il giovane martire, lo considera una delle centinaia di vittime della “guerra unilaterale” che Israele porta avanti persino contro i più indifesi, come i prigionieri malati che, nelle carceri israeliane, si spengono lentamente senza ricevere cure adeguate. Dopo l’annuncio della morte di Turaby, il Ministro per gli Affari dei Prigionieri Issa Qaraqe ha puntato il dito contro i suoi carcerieri, che gli hanno negato qualsiasi tipo di cura, nonostante tutti i referti medici confermassero il progressivo deterioramento delle sue condizioni e l’urgenza di intervenire per salvarlo.

Il prigioniero, prima di arrivare in ospedale, aveva trascorso 10 giorni vomitando sangue fino a perdere i sensi, e solo in coma è stato portato in ospedale. In realtà era palese fin dal primo giorno del suo arresto, avvenuto il 7 gennaio di quest’anno, che le condizioni di salute di Turaby fossero molto gravi. Eppure, fin dal primo momento gli è stata negata ogni cura. Secondo Qaraqe, questo nuovo ed efferato crimine commesso da Israele fa luce sulle reali condizioni in cui versano i prigionieri nelle grinfie dell’”unica democrazia del Medioriente” come amano definirla i guru di casa nostra.

Qaddura Fares, direttore dell’associazione dei prigionieri palestinesi, in seguito al martirio di al Turaby ha lanciato un accorato appello a livello internazionale per la liberazione di tutti i prigionieri sofferenti di gravi patologie che, se non curati al più presto, vivranno lo stesso doloroso percorso del giovane fino alla morte. Un vecchio, quanto efficace e barbaro metodo per sbarazzarsi delle centinaia di detenuti che marciscono lentamente, in condizioni devastanti, per il corpo e lo spirito, nelle carceri israeliane.

La deliberata politica di negligenza medica esercitata dall’occupazione nelle carceri contro i prigionieri palestinesi puo’ definirsi, senza alcuna remora, un efferato crimine contro l’umanità e per questo punibile secondo le leggi internazionali per la tutela dei diritti umani inviolabili. Un crimine, infine, che va ad aggiungersi a tutta una serie di crimini commessi da Israele ai danni dei prigionieri nelle carceri dal 1967. Da allora sono deceduti 205 prigionieri per negligenza medica, tortura e omicidio. Habdul-Halim Toraby è la quarta vittima del 2013, dopo Abu Hamdiya, Arafat Jaradat e Ashraf Abu.

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