Cronaca

Muos, per i 5Stelle altro banco di prova

Il Muos, come la Tap e il Tav, sono sigle che stanno diventando il principale banco di prova per i 5Stelle. Se sul Tap la decisione è ormai irrevocabile e sulla Tav, sul Muos si giocherà il futuro della maggioranza di governo anche se dietro le dichiarazioni di facciata da parte del vice premier Di Maio si nascondono altri scenari che danno il quadro di una situazione per niente semplice.

MuosIl mega impianto satellitare di comunicazione americano attivo nella riserva naturale della Sughereta di Niscemi, nella provincia siciliana di Caltanissetta, è stato progettato per rendere più rapidi e integrati gli scambi di informazioni dell’esercito americano e fa parte di una rete intercontinentale, con il sito siciliano snodo delle comunicazioni per il Medio Oriente e il Mediterraneo.

Da sempre i grillini si sono dimostrati ostili nei confronti del Muos e da sempre si sono posti come coloro che avrebbero voluto smantellare la base, ma da quando sono saliti al governo, i 5Stelle hanno dovuto fare i conti con quella cosa chiamata “Realpolitik” e sono stati costretti, a partire dal Tap, a brusche inversioni di rotta.

La vicenda del Muos è molto complessa e vede la sua genesi nel 2006 quando furono rilasciate le autorizzazioni per l’installazione dell’impianto militare di proprietà della Marina Usa all’interno della base NRTF di Niscemi; il Muos nonostante le manifestazioni di dissenso della popolazioni di Niscemi che si è sempre attivata in difesa del territorio, è attivo dal 2016 e occupa un’estensione di oltre un milione di metri quadrati in un’aerea che è stata sottratta alla riserva naturale Sughereta.

Il Vicepremier Di Maio è stato la settimana scorsa in Sicilia nella sua perenne campagna elettorale pensata più per non perdere terreno da Salvini che per reali motivi politici; da Scordia il ministro del Lavoro ha annunciato importanti novità sul Muos facendo intendere che il governo nazionale si metterà di traverso sulla questione del Muos, ma il ministero della Difesa chiarisce immediatamente che il “governo è al lavoro sul dossier” e che l’unica ed ultima voce in capitolo sulla vicenda di Niscemi sarà solo quella del governo di Roma.

Le dichiarazioni di Di Maio rimangono quindi lettera morta o semplicemente esternazioni da campagna elettorale come se i 5Stelle stessero all’opposizione e non nella maggioranza di governo. Quello che succederà è molto semplice: ci sarà solo un cambio di strategia giudiziaria rispetto ai governi precedenti visto che il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, sta per ritirare la memoria difensiva presentata dall’avvocatura dello Stato, memoria che sarebbe servita a smontare i ricorsi di chi chiede la chiusura dell’impianto; in parole semplici l’esecutivo gialloverde non si opporrà ai comitati No-Muos, ma non per questo avvierà un colloquio diplomatico con Washington per chiudere l’impianto di Niscemi.

Per fare quello che Di Maio sogna sarebbe necessario anche il consenso della Lega che non ha motivo di entrare in questa diatriba e quindi gli unici due attori rimasti sarebbero Giuseppe Conte e Donald Trump, ma i rapporti di forza e la sudditanza italiana nei confronti di Washington sono conclamati nella storia.

I proclami politici e gli annunci stanno facendo terra bruciata nei confronti dei 5Stelle che ogni giorno che passa rimangono sempre più vittime delle loro contraddizioni, dal Salento alla Sicilia.

di Sebastiano Lo Monaco

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