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Orfani di Gaza tra le rovine di un’infanzia devastata

Orfani di Gaza – In una terra che respira cenere e dove la polvere copre quasi ogni segno di vita, giacciono nascosti i tratti di una generazione che dell’infanzia non ha conosciuto altro che distruzione e terrore. Dietro i numeri sparsi nei resoconti delle organizzazioni, a Gaza vivono decine di migliaia di bambini orfani, con la fronte segnata da una tragedia in corso chiamata: morte, sfollamento e tradimento.

Al centro della catastrofe, più di 40mila orfani si trovano di fronte a un destino tetro, dopo che la macchina bellica israeliana ha fatto a pezzi il loro tessuto familiare, privandoli dell’abbraccio di una madre, del sostegno di un padre e perfino del minimo indispensabile per sopravvivere. Ciò che gli orfani di Gaza stanno sopportando oggi non può essere riassunto in statistiche: ogni volto è una narrazione completa di sofferenza umana, pari a un crimine contro un’intera generazione.

Un sistema al collasso

Dall’inizio dell’aggressione dell’ottobre 2023, il numero di orfani è aumentato da 22mila a 40mila, compresi 700 bambini che hanno perso l’intera famiglia e sono ora classificati come “unici sopravvissuti”. Queste cifre, che riflettono solo una parte della dolorosa verità, rivelano un’esplosione di tragedia sociale e un collasso totale del sistema di protezione dei minori.

Questa emorragia continua in un contesto di quasi totale assenza di assistenza e di un deterioramento senza precedenti della situazione umanitaria. Persino le strutture di accoglienza, un tempo ultimo rifugio, non sono più in grado di fornire i bisogni più elementari ai bambini, vittime della fame, del freddo e degli incubi notturni.

Orfani, la tragedia va ben oltre la perdita materiale

La tragedia va ben oltre la perdita materiale, e si estende a qualcosa di ancora più pericoloso: il collasso psicologico. Secondo Save the Children, oltre il 90% degli orfani di Gaza soffre di gravi disturbi psicologici, che vanno dal silenzio assoluto alla minzione involontaria fino ad attacchi di panico.

La consulente psicologica Mai Khaled racconta: “Trattiamo bambini che non sanno ridere, o persino sognare. Un bambino mi ha detto: ‘Vorrei essere morto io al posto di mia madre'”.

Questa non è semplicemente una crisi, è una vera e propria catastrofe, che minaccia di trasformare un’intera generazione in vittime permanenti della guerra, non solo fisicamente, ma anche nella memoria, nell’identità e nell’essere emotivo.

Orfani tra assenza internazionale e tradimento legale

La situazione degli orfani di Gaza rappresenta una flagrante violazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989, che garantisce il diritto del bambino alla vita, alle cure e alla protezione dai conflitti armati.

Ma la realtà dice il contrario: le istituzioni internazionali restano a guardare, spettatrici e complici di un crimine in corso che può essere definito crimine di guerra, in cui intere famiglie vengono prese di mira e i bambini vengono lasciati ad affrontare fame, malattie e isolamento senza protezione.

Il Centro Al Mezan per i diritti umani ha documentato lo sterminio di 2.172 famiglie palestinesi nella loro interezza, dando origine al fenomeno degli “orfani del massacro”: bambini senza parenti sopravvissuti o sostegno sociale.

Istituzioni in difficoltà e pressione crescente

Il Wafaa Village for Orphans Care nella zona di Al-Mawasi, nella parte meridionale di Gaza, fatica a dare rifugio a circa 300 bambini, alcuni dei quali non hanno identità o discendenza familiare note. Ma la pressione, la mancanza di risorse e il crescente numero di sfollati rischiano ora di far crollare quella che resta della capacità di assistenza, secondo il direttore dell’organizzazione, Wafaa Abu Jalalah.

Sono necessari soccorsi d’urgenza… non dichiarazioni di condanna. Gli orfani non aspettano discorsi al Consiglio di sicurezza o promesse dalle conferenze internazionali: aspettano azioni concrete.

Gli esperti sottolineano l’urgente necessità di istituire un fondo di emergenza internazionale per garantire cibo, medicine e riparo e di inviare missioni mediche e psicologiche immediate. Chiedono inoltre l’istituzione di una banca dati nazionale per proteggere l’identità dei bambini e preservare i loro diritti legali.

I difensori dei diritti umani esortano la comunità internazionale ad avviare indagini indipendenti per assicurare alla giustizia i responsabili degli attacchi contro i civili e per garantire che gli orfani siano protetti dal reclutamento e dallo sfruttamento.

Parlare dei bambini di Gaza non è una questione di emozioni, è una responsabilità. Ogni bambino orfano lì è un grido contro il silenzio e una pugnalata al cuore della giustizia internazionale. Di fronte a questa catastrofe, non c’è altra scelta che svegliarsi prima che le ultime tracce di umanità vengano cancellate da questa terra assediata.

di Redazione

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