Onu, l’istruzione viene negata a 263 milioni di bambini nel mondo
Un rapporto dell’Onu avverte che 263 milioni di bambini nel mondo non hanno accesso all’istruzione. Il numero è pari a circa un quarto della popolazione europea.
Le cause principali sono ancora povertà, discriminazione e violenza. Il numero totale comprende 61 milioni di bambini dai 6 agli 11 anni, 60 milioni dai 12 ai 14 anni e circa 142 milioni di adolescenti dai 15 ai 17 anni. A livello globale, si legge nel Rapporto, un adolescente su cinque non va a scuola, e un bambino su 11 non frequenta la scuola primaria. La condizione è peggiore per le ragazze perché come dichiarato dalla Direttrice generale dell’Unesco Irina Bokova ,”le ragazze sono costrette a restare a casa”. “I Paesi hanno promesso di provvedere all’istruzione primaria e secondaria per i bambini entro il 2030. I nuovi risultati mostrano il duro lavoro che ci troviamo davanti per raggiungere questi obiettivi” ha dichiarato la Bokova.
Dal rapporto Onu risulta che più i bambini sono grandi e più elevata è la possibilità che non abbiano mai messo piede in una scuola o che la abbandonino. I Paesi caratterizzati dai più elevati tassi di abbandono sono l’Eritrea e la Libia, il Pakistan per i ragazzi dove, nella fascia di età 12-15 anni non va a scuola il 58% delle ragazze e il 49% dei ragazzi. In Nigeria i due terzi dei bambini più poveri non vanno a scuola e quasi il 90 per cento di loro probabilmente non si iscriverà mai. Per quanto riguarda le discriminazioni che colpiscono i bambini che vivono in aree svantaggiate, il rapporto conferma che nell’Africa Orientale gli scolari che provengono da famiglie più benestanti hanno il doppio delle competenze di base in lettura e matematica rispetto a quelli più poveri.
In alcuni Paesi africani, il 40% dei giovani sono analfabeti anche se hanno frequentato la scuola per cinque anni. In Etiopia tra il 2002 e il 2009, il tasso di alfabetismo è crollato tra i bambini più poveri, che hanno 20 volte in meno rispetto ai più agiati la possibilità di essere alfabetizzati. In Nigeria, solo il 28% dei bambini provenienti da ambienti più poveri completano il ciclo delle elementari, contro il 90% dei bambini più ricchi. In Sud Africa, oltre la metà dei bambini poveri non riesce nemmeno ad imparare le nozioni di base, mentre il 90% dei bambini più ricchi riesce ad ottenere un buon livello di apprendimento.
Unesco e Unicef (Onu) ritengono che le nuove politiche debbano concentrarsi in particolare sui ragazzi più emarginati, come parte di un impegno più ampio per migliorare l’accesso e la qualità dell’istruzione per tutti. Per fare questo i governi hanno bisogno di informazioni attendibili su chi siano questi bambini, dove vivano e se hanno abbiano mai frequentato la scuola o se sono in grado di farlo in futuro. Tuttavia molti di questi bambini rimangono invisibili alle statistiche e alle metodologie di raccolta dei dati. Il rapporto Onu chiede inoltre di investire in una raccolta dati migliore e dimostra che il raggiungimento dei giovani più emarginati può inizialmente costare di più ma produce anche maggiori risultati. Statistiche migliori e strumenti innovativi possono aiutare governi e donatori a destinare i loro finanziamenti in modo più efficiente ed efficace.
di Redazione