Cronaca

Onu all’Italia: Decreto bis viola i diritti umani

E’ una lettera di undici pagine, scritta dall’Onu con la quale chiede all’Italia di ritirare le direttive di Salvini sul salvataggio in mare, il mezzo che viene usato per infliggere al governo italiano l’ennesima umiliazione dinnanzi a un’Europa non esente da colpe. Il Decreto bis voluto dal ministro dell’Interno già oggi potrebbe approdare al Consiglio dei ministri con una celerità che fa credere ad una mossa elettorale per riguadagnare il poco terreno perso nei sondaggi delle ultime settimane.

decreto-bis-salviniLa lettera dell’Onu parla chiaro: “Il Decreto Bis mette a rischio i diritti umani dei migranti inclusi i richiedenti asilo, fomentando il clima di ostilità ed xenofobia violando le convenzioni internazionali”. L’atto di accusa è contenuto in un testo che Beatriz Balbin, capo delle Special procedures dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, ha inviato il 15 maggio all’ambasciatore italiano all’Onu Gian Lorenzo Cornado, perché lo trasmetta al ministro italiano degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Segue due richiami arrivati a Roma nel 2018, ma del tutto snobbati dal governo italiano. L’oggetto di quest’ultimo richiamo sono le due direttive che Salvini ha emesso tra marzo e aprile, sostanzialmente per ostacolare le attività delle Ong e della Mare Jonio, la nave della piattaforma Mediterranea impegnata nel salvataggio in zona Search ad Rescue libica.

La direttiva è una seria minaccia ai diritti dei migranti che non fa distinzione dei richiedenti asilo e persone vittima di tortura, sequestri e detenzioni illegali. Il sospetto sempre più forte è che la direttiva del ministro Salvini sia stata emanata per colpire direttamente la Mar Jonio vietandole l’accesso nelle acque italiane, visto che nella direttiva del 15 Aprile la si accusa esplicitamente di favorire l’immigrazione clandestina. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite osserva anche che tali direttive non sono altro che “l’ennesimo tentativo di criminalizzare le operazioni Search and rescue delle organizzazioni civili”, e che finiscono per “intensificare il clima di ostilità e xenofobia nei confronti dei migranti”.

Oltre a richiamare il governo italiano al dovere della tutela delle vite umane in mare, l’Onu osserva come le direttive Salvini e l’esplicito trasferimento alla Guardia costiera libica delle responsabilità del salvataggio in realtà possano provocare la violazione del non-refoulement, il principio – stabilito dalla Convenzione di Ginevra – secondo cui a un rifugiato non può essere impedito l’ingresso sul territorio né può esso essere deportato, espulso o trasferito verso territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate. “E’ stato ampiamente documentato in diversi report dell’Onu che i migranti in Libia sono soggetti ad abusi, torture, omicidi e stupri, scrive l’Alto Commissariato, quindi la Libia non può essere considerata un ‘place of safety’ per lo sbarco”.

Eppure Salvini marcia tranquillo sui corpi dei migranti, trainando con se parte della popolazione italiana che vede in lui l’ennesimo salvatore della patria. Non disdegna nemmeno le sceneggiate ammantate di un becero cattolicesimo come si è visto nella manifestazione sovranista che si è tenuta a Milano con un pubblico ben al di sotto delle aspettative. Da buon teatrante il ministro dell’Interno non ha esitato nel presentarsi sul palco con un rosario in mano, citando tutti i santi protettori dell’Europa nella speranza che, almeno per lui e le sue mire politiche, il 26 Maggio si compia il miracolo.

di Sebastiano Lo Monaco

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