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Onu: carneficina di Rafah “abominio più crudele”

Il capo per gli affari umanitari dell’Onu ha denunciato il massacro di Rafah, descrivendolo come “l’abominio più crudele”. Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza, ha espresso queste osservazioni lunedì, un giorno dopo che l’attacco israeliano ha colpito un campo per sfollati palestinesi nella città di Rafah, uccidendo almeno 50 persone e ferendone altre 200.

“Se l’attacco sia stato un crimine di guerra o un “tragico errore” per la popolazione di Gaza, non c’è dibattito. Quello che è successo ieri sera è stato l’ultimo – e forse il più crudele – abominio”, ha dichiarato Griffiths in una nota.

“Definirlo ‘un errore’ è un messaggio che non significa nulla per coloro che sono stati uccisi, per coloro che sono in lutto e per coloro che cercano di salvare vite umane”.

Il capo dei soccorsi dell’Onu ha anche sottolineato gli avvertimenti diffusi di un massacro prima dell’incursione israeliana a Rafah, dicendo: “Abbiamo visto le conseguenze nell’attacco assolutamente inaccettabile della scorsa notte”. Ha inoltre osservato che nessun rifugio, ospedale e nessuna cosiddetta zona umanitaria è sicuro a Gaza.

La carneficina di Rafah è avvenuta due giorni dopo che la Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di fermare “immediatamente” la sua offensiva militare a Rafah.

Il regime occupante ha lanciato un’offensiva di terra nella sovraffollata città palestinese il 7 maggio, sfidando le richieste della comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, di non procedere.

Rafah, situata al confine meridionale di Gaza con l’Egitto, ospita circa un milione di palestinesi sfollati che sono fuggiti dal resto del territorio assediato nel mezzo della guerra genocida israeliana.

di Redazione

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