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Oltre l’attacco terroristico a Charlie Hedbo. Cui prodest?

di Cristina Amoroso

All’indomani della strage al Charlie Hebdo le aperture dei giornali occidentali, dall’Independent che alza il dito medio a le Figaro ai quotidiani stranieri con la scritta “Je sui Charlie” o con la matita puntata contro un kalashnikov, hanno stretto in un abbraccio la Francia, annunciando la partecipazione dei leader europei alla grande manifestazione di sostegno convocata per oggi nella Parigi blindata. Nelle piazze si svolgono manifestazioni “Je sui Charlie”, a Novara per esempio, dove si presenta una mozione al comune in cui si chiede un “documento di condanna del terrorismo da sottoporre a tutti gli extracomunitari che usufruiscono dei servizi socio-assistenziali ed alle associazioni islamiche”. Compaiono matite nel taschino dei giornalisti Tv in segno di solidarietà con i colleghi uccisi o magliette nere con la scritta “Je sui Charlie” addirittura nel campo della National Basketball Association. L’Europa divisa su tutto mostra la sua unità solidale contro l’assalto alla libertà.

Dopo il flop della manifestazione anti-Islam organizzata a Berlino per il 5 gennaio, l’attentato terroristico potrebbe rilanciare tra le azione islamofobiche anche le azioni di Pegida, il movimento contro l’islamizzazione della Germania e dell’Occidente, nato a Dresda nell’ottobre scorso, che per ora dal social network al grido di “noi sapevamo che sarebbe successo”, evidenzia l’incapacità dell’Islam di porre in essere atteggiamenti democratici, puntando invece a deprecabili mezzi alternativi come violenza e morte, seguito a ruota da molti “mi piace” su pagine analoghe di Fb.

In Italia il leader della Lega è il primo a parlare, quasi brandendo nell’attacco un gladio romano: “L’Islam è pericoloso, ci sono milioni di persone in giro per il mondo e anche sui pianerottoli di casa nostra pronti a sgozzare e a uccidere”, cui fa da contralto dalla Francia l’amica Jean-Marie Le Pen “Je ne suis pas Charlie”, mentre la deputata di Forza Italia, Daniela Santanchè, presidente di Visibilia Editore, intende pubblicare il settimanale Charlie Hebdo in Italia, in nome della libertà.

Se il giudizio della stampa di tutto il mondo è unanime: l’atto terroristico rappresenta un attacco alla libertà “colpita in una delle sue espressioni più classiche ed esplicite, la satira contro il potere, la morale, i dogmi di tutte le religioni”, un ex funzionario della Casa Bianca afferma che l’attacco terroristico che ha ucciso 12 persone mercoledì a Parigi è stata un’operazione di false flag “progettata per puntellare la Francia come stato vassallo di Washington”, (http://www.paulcraigroberts.org/2015/01/08/charlie-hebdo-tsarnaevs-trial-qui-bono/)

A parlare é Paul Craig Roberts, Assistente Segretario del Tesoro nell’amministrazione Reagan e associate editor del Wall Street Journal, che ha fatto queste osservazioni in un articolo pubblicato giovedì. “I sospetti possono essere sia colpevoli che capri espiatori. Basta ricordare tutte le trame terroristiche create dall’Fbi che servivano per rendere il terrorismo minaccia reale per gli americani”. Si tratterebbe dunque del solito copione che termina con l’uccisione dei terroristi.
Secondo Paul Craig Roberts, l’economia francese sta soffrendo per le sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro la Russia. “I Cantieri influenzati sono nell’impossibilità di rispettare gli ordini russi a causa dello stato di vassallaggio della  Francia a Washington”, e altri aspetti negativi dell’economia francese sono conseguenze derivanti dalle sanzioni che Washington ha costretto ad applicare alla Russia ai suoi Stati fantoccio della Nato.

Roberts Craig ha dichiarato che il presidente francese Francois Hollande di recente ha annunciato che le sanzioni contro la Russia dovrebbero finire. “Questo rappresenta troppa indipendenza da Washington in politica estera da parte della Francia”. Ha aggiunto che la Cia ha resuscitato l’“Operazione Gladio”, una politica che ha applicato agli europei durante l’era dopo la seconda guerra mondiale, quando l’agenzia di spionaggio degli Stati Uniti avrebbe compiuto attentati negli  Stati europei dando la colpa a gruppi comunisti, cospirazione della Cia e dei servizi segreti ben nota in Italia, tenuta segreta per decenni fino al 1990, quando ormai la caduta del muro di Berlino faceva ritenere superfluo un attacco russo.

Roberts è certo che ora le autorità statunitensi hanno in programma operazioni di false flag in Europa per creare odio contro i musulmani e portare i Paesi europei sotto la totale influenza di Washington e della Nato.

Se l’ipotesi di Robert Craig è quella di un complottista è forse meglio ascoltare gli opinion makers mainstream come Lucia Annunziata che ripete “Siamo in guerra” o la Berlinguer che pensa sia necessario adottare misure che limitano la nostra libertà pur di avere sicurezza nazionale?

“La sicurezza nazionale” non ha nulla a che fare con la sicurezza nazionale. Ha solo a che fare con la protezione dei criminali nel governo dalle responsabilità per i loro crimini. Ogni volta che senti Washington invocare la “sicurezza nazionale”, si sa per certo al 100% che il governo ha commesso un altro crimine. La sicurezza nazionale è il mantello per le operazioni criminali di Washington. “La sicurezza nazionale” impedisce ai crimini del governo di venire alla luce e, di conseguenza, protegge il governo dalle sue responsabilità.

Anche in Europa si vuole far passare una replica del Patriot Act americano, come profetizzava Meyssan, un controllo dei cittadini ancora più intrusivo, ordine pubblico più duro, polizia militarizzata. Tutto secondo le direttive americane e israeliane. Una volta che le autorità scoprono che i popoli occidentali stupidi crederanno a qualsiasi menzogna trasparente, le autorità usano ancora la menzogna.

La domanda latina è sempre la stessa: cui prodest? A chi giova? La risposta è: non alla Francia, non ai musulmani, ma all’egemonia statunitense nel mondo. L’Egemonia degli Stati Uniti nel mondo è quella sostenuta dalla Cia e dai servizi segreti complici. L’egemonia mondiale Usa è la politica estera neoconservatrice imposta dagli Stati Uniti. Questo sostiene Robert Craig e non solo.

Oppure vogliamo dare retta al neocon Giuliano Ferrara che a Servizio Pubblico ha dichiarato urlando: “Gli estremisti vogliono intimidire l’opinione pubblica europea. Gli islamisti sono omicidi. Non è terrorismo, è guerra santa islamica contro l’Occidente cristiano e giudaico. Se lo negate siete un branco di coglioni”. Riconosciamo di appartenere al branco dei coglioni.

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