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Obesità: Oms lancia allarme epidemia in Europa

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha avvertito che i tassi di obesità hanno raggiunto “proporzioni epidemiche” in Europa. La questione è stata evidenziata in un importante rapporto presentato al Congresso europeo sull’obesità.

I tassi sono “ancora in aumento”, ha avvertito l’organismo di controllo sanitario, affermando che nessun Paese della regione avrebbe dovuto raggiungere l’obiettivo globale dell’Oms per le malattie non trasmissibili di fermare l’aumento dei tassi di obesità entro il 2025.

“In modo allarmante, ci sono stati aumenti consistenti della prevalenza di sovrappeso e obesità, e nessuno Stato membro della regione è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di fermare l’aumento dell’obesità entro il 2025″, si legge nel rapporto.

Obesità causa milioni di morti

La malattia sta contribuendo a circa 1,2 milioni di morti e causa ogni anno circa 200mila casi di cancro nella regione. Questa cifra è destinata a crescere ulteriormente. In molti Paesi, si prevede che l’obesità supererà altri fattori di rischio di cancro, incluso persino il fumo, afferma il rapporto.

“In tutta la regione europea, è probabile che l’obesità sia direttamente responsabile di almeno 200mila nuovi casi di cancro all’anno, con una cifra destinata ad aumentare nei prossimi decenni”, si legge nel documento.

Attualmente, secondo i dati dell’Oms, circa il 59% degli adulti in Europa è sovrappeso od obeso. Il problema riguarda anche i bambini: circa il 7,9% dei bambini di età inferiore ai cinque anni – circa 4,4 milioni – ha già problemi di sovrappeso.

La situazione è significativamente peggiore tra i bambini in età scolare, di cui circa uno su tre è in sovrappeso. La tendenza “diminuisce temporaneamente negli adolescenti”, con circa un quarto afflitto. L’obesità è più alta in Europa che in qualsiasi altra regione del mondo ad eccezione delle Americhe, afferma il rapporto.

È necessario adottare un approccio globale per affrontare la questione, ha affermato l’Oms, ammettendo che “nessun singolo intervento può fermare l’aumento della crescente epidemia”.

di Redazione

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