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Nuovo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi

di Manuela Comito

Decine di palestinesi, nuovamente arrestati dopo che erano stati liberati nel 2011 in seguito allo scambio con il soldato israeliano Shalit, hanno deciso di intraprendere uno sciopero della fame in segno di protesta contro questo ennesimo sopruso proprio martedì 23 settembre, giorno in cui dovrebbero riprendere i colloqui al Cairo tra le delegazioni israeliana e palestinese. La Palestinian Prisoners Society (Pps), con sede a Ramallah, in una dichiarazione rilasciata lunedì 22 settembre ha reso noto che alla protesta aderiranno 63 detenuti, che appartenevano a un gruppo di 1027 prigionieri palestinesi rilasciati nel 2011 e tutti nuovamente arrestati.

Le autorità israeliane hanno tratto in arresto più di 2mila persone in tutta la Cisgiordania e a Gerusalemme Est a partire da giugno 2014, con il pretesto di dover cercare i rapitori dei tre coloni israeliani spariti il 12 giugno. Lo sciopero dei prigionieri coincide con la ripresa al Cairo dei colloqui mirati a rendere effettivi i termini della tregua che ha messo fine all’aggressione israeliana “Protective Edge” contro la Striscia di Gaza. La tregua, stipulata il 26 agosto tra la delegazione israeliana e quella palestinese sotto la supervisione dell’Egitto, prevedeva la ripresa dei negoziati entro un mese dal cessate il fuoco e l’impegno a trovare un nuovo accordo. Esso comporterebbe per Hamas l’obbligo di consegnare i resti di due soldati israeliani uccisi durante l’offensiva su Gaza e per le autorità israeliane l’obbligo di rilasciare un numero imprecisato di prigionieri illegalmente e immotivatamente detenuti nelle prigioni israeliane.

Nella dichiarazione rilasciata dalla Pps, ripresa da Al-Akhbar, l’obiettivo della protesta dei prigionieri palestinesi è quello di fare pressione sui negoziatori, affinché si impegnino a trovare una soluzione e affinché il rilascio dei detenuti avvenga il più rapidamente possibile. Bassem al-Salhi, membro della delegazione palestinese al Cairo, ha dichiarato che “fin dall’inizio, i palestinesi hanno chiesto che fosse discussa la questione dei prigionieri ma gli israeliani hanno categoricamente rifiutato di affrontarla”, facendo riferimento ai colloqui che hanno portato al cessate il fuoco il 26 agosto.

E mentre secondo i dati in possesso della Pps di Ramallah sono ormai più di 7mila i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, al Cairo si discuteranno anche le altre controverse condizioni della tregua: da parte palestinese la necessità di ricostruire in tempi accettabili le zone distrutte della Striscia di Gaza, la dotazione di un porto e di un aeroporto e da parte israeliana la richiesta della completa smilitarizzazione dei gruppi della Resistenza Palestinese.

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