Nuovi venti di guerra soffiano sul Libano
Libano – Fine settimana di violenza nel quartiere di Abi Samra nella città libanese di Tripoli. Pesanti scontri a fuoco si sono verificati dalle prime ore di sabato mattina, scatenati dall’uccisione di Yehya Hassoun avvenuta venerdì pomeriggio. I primi scontri sono scoppiati sabato mattina quando uomini armati in motocicletta hanno sparato contro membri della famiglia Hassoun, mentre si trovavano in un bar. Due componenti della famiglia sono rimasti feriti.
Due altri componenti della famiglia sono stati feriti da uomini armati ad Al-Safira, mentre si trovavano presso l’ospedale Al-Mazloum. Gli scontri hanno interessato i membri della famiglia Hassoun e il potente gruppo Jundallah, protagonista di numerosi episodi di violenza nella città di Tripoli.
L’esercito libanese ha potenziato la sua presenza nel quartiere di Abi Samra, installando nuovi punti di controllo. A causa delle violenze le scuole del quartiere sono rimaste chiuse, le strade erano praticamente deserte e solo pochi esercizi commerciali sono rimasti aperti.
Sono in corso trattative per riportare la calma nella città, ma la famiglia Hassoun ha riferito che se non verrà consegnato l’assassino del familiare, non potrà esserci nessuna riconciliazione. Fino a questa mattina non è stato raggiunto nessun accordo tra le parti.
La città di Tripoli vive da anni una situazione di assoluta insicurezza, gli scontri armati tra i miliziani salafiti di Bab al-Tabbaneh e gli abitanti alawiti di Jabal Mohsen, costituiscono un grave pericolo per la stabilità dell’intero Libano. Forti influenze straniere gravitano intorno alla componente salafita libanese, schierata in prima linea nel conflitto siriano al fianco dei “ribelli” anti-Assad.
Gli ultimi attacchi lungo il confine siriano e il bombardamento dei villaggi sciiti da parte dei miliziani salafiti del Fronte Al Nusra, rappresentano dei chiari segnali di un imminente cambiamento del fronte di guerra, che vede la comunità sciita libanese il prossimo nemico da combattere. Nuovi inquietanti venti di guerra civile ritornano a soffiare sulla precaria stabilità del Paese dei cedri.
di Giovanni Sorbello