Europa

Nord Irlanda. Minacce di morte contro il premier Peter Robinson

di Andrea Perrone

Un nordirlandese, del quale rimangono sconosciute identità e fede politica, è stato arrestato la notte scorsa per aver minacciato di uccidere il primo ministro nordirlandese, il lealista Peter Robinson (nella foto) leader del DUP e altri membri del governo.

Il tutto avviene in un periodo critico per il Nordirlanda, soprattutto per Belfast dove di recente è esplosa la rabbia dei protestanti contro il divieto di esporre la bandiera dell’Union Jack sul Municipio di Belfast per la prima volta da un secolo a questa parte. Protesta che ha visto manifestazioni in strada, attacchi alla polizia con molotov, razzi e sassi, e ancora scontri con i nazionalisti repubblicani e attacchi ai loro sobborghi e negozi, ed infine minacce di morte al membro dell’Alliance Party Naomi Long, colpevole di aver votato insieme ai cattolici del Sinn Fein a favore del divieto di mostrare per tutto l’anno l’Union Jack sulla City Hall. Un veto che ha fatto infuriare i lealisti che per questo sono insorti per sette giorni con proteste molto violente dai sobborghi cattolici fino al centro di Belfast.

È in questo clima che si inserisce quindi l’arresto dell’altra notte di un trentaquattrenne accusato di aver minacciato di uccidere il premier e per uso improprio della rete telefonica, ha sottolineato il portavoce del Servizio di Polizia dell’Irlanda del Nord (Psni).

Le minacce sono state comunicate dal giovane 34enne ad una terza persona attraverso un telefono cellulare e contro il premier Robinson, esponente di punta della formazione filo-britannica denominata Partito Democratico Unionista (Dup), ha sottolineato la polizia. Per rispondere delle accuse mosse nei suoi confronti il giovane è comparso ieri davanti al giudice.

Il giorno prima, ovvero martedì scorso, sono stati minacciati invece dai nazionalisti repubblicani, altri due membri del Dup, ovvero il parlamentare britannico Jeffrey Donaldson e Edwin Poots, quest’ultimo membro del Parlamento nordirlandese (Stormfront).

La polizia, come al solito, ha mantenuto il massimo del riserbo e non ha reso noto se le minacce contro Robinson sono state fatte da un nazionalista repubblicano o da un lealista.

Per quanto riguarda l’attività di prevenzione delle forze dell’ordine nordirlandesi contro la teppa lealista, fonti della polizia hanno fatto sapere di aver arrestato 40 persone in relazione con le diffuse violenze di strada pro-britanniche e allo stesso tempo che 29 agenti di polizia sono rimasti feriti durante gli incidenti. Una poliziotta è rimasta ferita quando una folla di lealisti ha attaccato la sua auto lunedì colpendola con una bomba molotov mentre era ancora a bordo del veicolo.

Le forze dell’ordine hanno però preferito evitare un resoconto dettagliato delle violenze subite dai nazionalisti repubblicani persino contro le loro attività commerciali da parte dei lealisti.

Una situazione esplosiva che peggiora di giorno in giorno, con l’acuirsi anche della crisi economica e occupazionale, e che spinge le due parti a un confronto sempre più aspro. Dopo gli accordi di pace del 1998 e quelli sulla devolution del 2010 che aveva messo fine a tre decenni di violenza diffusa contro il dominio britannico del Nordirlanda, con gli unionisti che tenevano strettamente sotto controllo la carica di primo ministro, sono tornate le violenze e gli scontri tra nazionalisti repubblicani e protestanti unionisti. Il rischio che la situazione esploda con tutta la sua virulenza è assolutamente evidente, tanto più che negli ultimi anni alcuni gruppi di nazionalisti irlandesi hanno deciso di riprendere le armi per contrastare il giogo britannico sulla loro terra.

Fonte: www.rinascita.eu

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