Asse della Resistenza

Asse della Resistenza tra le massime potenze militari regionali

Asse della Resistenza – Un rapporto pubblicato da Global Firepower, un sito web specializzato in affari militari, classifica i Paesi dell’Asia occidentale in ordine di potenza militare. La Turchia, secondo il rapporto, è al primo posto, seguita da Egitto e Iran. Il regime israeliano, che ha sempre affermato di essere la massima potenza militare regionale, viene messo al quarto posto. Al primo posto l’Arabia Saudita, seguita da Iraq, Emirati Arabi Uniti, Siria, Qatar e Yemen. 

Al giorno d’oggi, l’aumento delle capacità militari insieme alla crescita economica e al dinamismo diplomatico costituiscono i fattori chiave per un Paese per passare a classifiche globali più elevate, e questo è dimostrato dai rapporti annuali sulla portata della crescita di vari attori. 

Nella classifica annuale delle forze militari a livello globale e regionale, Global Firepower si basa su diversi fattori, tra cui lo stato attuale del potere militare, finanziario, logistico e geografico, e tiene conto delle dimensioni dei Paesi e del loro progresso tecnologico. 

La Turchia e l’Egitto occupano il primo e il secondo posto mentre acquistano gran parte delle loro armi dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali e dalla Russia, ma le conquiste militari dell’Iran, di cui i media occidentali riconoscono il suo crescente potere, sono realizzate internamente e da questo punto di vista, è in posizione superiore rispetto ad altri attori. La potenza dei droni iraniani è ben nota nel mondo in questi giorni e, secondo Forbes, l’Iran diventerà un importante esportatore di droni nel mondo. 

Il punto interessante del rapporto Global Fire Power è che gli eserciti di Siria, Iraq e Yemen, che hanno dovuto affrontare molte crisi di sicurezza nell’ultimo decennio, sono tra i 10 più potenti e hanno persino superato alcuni dei pretendenti arabi nel persiano Golfo. 

Esercito yemenita risorge dalle ceneri della guerra 

Nella nuova classifica, l’esercito yemenita si colloca al 10° posto dell’Asia occidentale, e questo è un punto importante per un Paese che dal 2015 è vittima di una brutale guerra condotta contro di esso dalla coalizione saudita-emiratina. L’Arabia Saudita e i suoi alleati hanno cercato di occupare questo Paese distruggendo le infrastrutture dello Yemen e cercando di indebolire il potere del movimento Ansarullah per poi installare un governo fantoccio e sottomesso. Oggi, dopo otto anni di devastante aggressione, l’esercito e le forze popolari dello Yemen non solo non hanno perso la loro forza, ma hanno rafforzato la loro difesa. Tutte queste vittorie sono arrivate sotto la guida di Ansarullah, che ha colto l’opportunità di produrre nuove armi. 

Ansarullah ha missili e droni che lo trasformano in un incubo per l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Nelle sue recenti esercitazioni, il movimento yemenita ha svelato il suo nuovo equipaggiamento militare che può invertire la tendenza a favore degli yemeniti. Il missile balistico anti-nave Falaq 1 è una di queste armi. Tra tutte le potenze militari del mondo, solo tre paesi, Cina, Iran e ora lo Yemen, sono dotati della versione anti-nave dei missili balistici. Il nuovo missile ha una gittata di oltre 200 chilometri e utilizza una testata dotata di cercatori ottici termalizzati e può colpire con elevata precisione qualsiasi punto del Mar Rosso o del Mar Arabico. Ansarullah ha anche missili balistici “Burkan 2” e “Qiyam”, che sono stati usati in attacchi all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti. 

Ansarullah più forte del blocco saudita

Nonostante il blocco marittimo, Ansarullah ha costruito la nave portamissili ‘Asif 1′ ad alta velocità e alta manovrabilità, ed è grazie a queste barche che Sana’a ha affermato che la sicurezza marittima sarà la sua priorità in futuro. Il drone “Wa’id” con una portata di oltre tremila chilometri e il drone “Asif” sono un altro esempio dell’equipaggiamento militare di Ansarullah che può prendere di mira qualsiasi parte dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti. Non molto tempo fa, il Washington Institute for Near East Policy in un rapporto che elencava la potenza militare di Ansarullah ha definito questo movimento il “secondo Hezbollah” nella regione, con il potere di cambiare a suo favore le equazioni di guerra contro gli occupanti. 

Questi successi di Ansarullah sono stati raggiunti in un momento in cui lo Yemen è stato sotto un assedio totale dal mare, dall’aria e dalla terra, il che significa che non vengono forniti aiuti dall’estero. Questo, inoltre, significa che questi sistemi d’arma sono stati costruiti facendo affidamento sulle capacità nazionali in tutto e per tutto. Ansarullah ha raggiunto una fase in cui l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, dotati delle armi occidentali più avanzate, vivono nel panico di essere attaccati di nuovo. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti non sono in grado di costruire attrezzature militari più piccole e dipendono da Paesi stranieri per garantire la loro sicurezza. Sebbene Ansarullah sia in guerra, è riuscito a superare Paesi come il Bahrain e l’Oman. 

Resurrezione siriana 

La Siria è all’ottavo posto tra i più potenti eserciti regionali mentre dal 2012 combatte un’aggressione di gruppi terroristici sostenuti dall’estero. Gli Stati Uniti e le loro pedine regionali si sono fatte in quattro, attraverso il dispiegamento di terroristi stranieri in Siria, per rovesciare il presidente Bashar al-Assad e quindi eliminare una delle principali ali dell’Asse della Resistenza, un blocco guidato da Iran, Hezbollah e contenente Siria, Iraq, Libano, Yemen e Palestina.

L’esercito siriano ha combattuto per oltre un decennio terroristi dotati di armi pesanti e sofisticate fornite dall’Occidente. Si è ripreso dagli impatti della crisi, ha ricostruito il suo potere e sta aumentando le sue capacità giorno dopo giorno. 

A ottobre, l’esercito siriano ha tenuto le sue esercitazioni militari su larga scala dallo scoppio della crisi nel 2011, inviando un messaggio a Israele e all’Occidente: la Siria sta passando da una posizione difensiva a una posizione offensiva.

La Siria è dotata anche di sistemi missilistici russi S-300, che abbattono molti missili lanciati dagli israeliani. Anche se all’inizio della crisi un certo numero di membri del personale dell’esercito ha disertato, nuove forze hanno sostituito i disertori. Inoltre, in termini di numero di carri armati, aerei da combattimento e missili, la Siria ha una posizione migliore rispetto a molti Paesi nella regione. 

Iraq al sesto posto 

L’Iraq, al sesto posto nella regione, è stato coinvolto in guerre e crisi più a lungo della Siria e dello Yemen. È stato occupato dagli Stati Uniti dal 2003 al 2011 e durante questo periodo non aveva un esercito in senso stretto perché con la caduta del regime baathista l’esercito regolare è stato sciolto e non è stato facile equipaggiare e rafforzare un nuovo esercito. Sebbene ci si aspettasse che l’esercito riprendesse forza dopo il ritiro degli Stati Uniti nel 2011, l’attacco dei terroristi dell’Isis contro l’Iraq nel 2014 ha inferto un altro colpo alle forze militari irachene. 

L’esercito è stato ricostruito dopo l’annientamento dell’Isis nel 2017 grazie all’intervento militare della Resistenza irachena. Le Forze di mobilitazione popolare (Pmf), che hanno svolto un ruolo importante nella ricostruzione dell’esercito iracheno, negli ultimi anni sono riuscite a ottenere notevoli progressi militari. Il missile balistico “Jamal 69”, dal nome del vice comandante delle Pmf, Abu Mahdi al-Muhandis, è tra i loro risultati più importanti. Con una portata di 700 chilometri, può facilmente colpire l’est di Israele. Le Pmf hanno mostrato la loro devastante potenza militare nel corso delle ultime parate militari. Il generale di brigata iracheno in pensione, Adnan Al-Kanani, ha affermato che gli Stati Uniti e alcuni Paesi della regione insistono nel non armare l’esercito iracheno per bloccare la sua ascesa al potere tra gli altri eserciti mondiali. 

Un recente rapporto di Global Firepower indica che i membri dell’Asse della Resistenza hanno il massimo rango militare a livello regionale. L’Asse della Resistenza ha agito con maggior successo rispetto ad altri attori ed è riuscito a migliorare la sua forza militare nonostante le varie crisi affrontate. Sebbene il triangolo arabo-occidentale-israeliano faccia di tutto per indebolirlo, l’Asse della Resistenza rimane la forza più potente della regione, cambiando tutte le equazioni di sicurezza. 

di Redazione

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