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Usa–Gran Bretagna: la fine d’un rapporto speciale?

di Salvo Ardizzone

È quello che dice il Financial Times; malgrado la cordialità ufficiale, s’è rotto chiaramente qualcosa in quel rapporto “speciale” e privilegiato, che aveva visto la Gran Bretagna sempre in prima fila in tutte le imprese dell’era Bush. Il giornale addebita la freddezza americana al taglio delle spese militari deciso da Londra, che indebolirebbero la “sentinella” Usa da questa parte dell’Atlantico, ma la spiegazione convince poco. Da tempo, ormai, con l’Amministrazione Obama non è questo il metro, anzi, se l’industria della Difesa inglese s’indebolisce, è meno concorrenza per i colossi americani.

In realtà Cameron e Obama non si sono mai “presi”, niente a vedere con i rapporti fra Bush e Blair; il dissenso, sempre più evidente, si trascina da anni: cominciò con l’affare della Libia, con Cameron a lanciarsi a capofitto dietro a Sarkozy in un’avventura osteggiata da Obama, che ha avuto per risultato uno stato fallito in pieno Mediterraneo (e buonanotte al greggio e al gas che Francia e Inghilterra sognavano di strappare all’Eni).

La spaccatura s’è allargata col referendum sull’Europa annunciato dal premier inglese; a Obama serve una Gran Bretagna saldamente ancorata in Europa, che gli faccia da sponda, non euroscettica e messa ai margini. Inoltre, Cameron copre la City e i tanti scandali delle sue banche, che finiscono per esportare negli Usa (fasulla determinazione del tasso Libor, riciclaggi, etc.) e questo imbestialisce Obama, impegnato in una difficile partita coi suoi colossi del credito e con la pesante eredità della crisi.

Da ultimo, ma tutt’altro che ultimo, s’è aggiunto il confronto sempre più duro con Putin: Obama s’è convinto che occorra fermezza per arginare la crisi in Ucraina e rispondere ai fatti di Crimea, pensa a sanzioni sempre più dure e a un isolamento economico e politico della Russia. Ma anche in questo Cameron frena e indugia; malgrado i passati scontri per l’affare Litvinenko (l’ex colonnello dell’Fsb ucciso a Londra nel 2006), ora c’è in ballo una colossale joint–venture fra la Bp e la Tnk russa, ed altri affari fra gli oligarchi e la City. Obama può attendere.

Come si vede, son molte le ragioni per raffreddare un rapporto che fra i due non è mai stato speciale. Sono lontani i tempi dell’Iraq.

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