Nigeria: Unicef, oltre mille i rapiti da Boko Haram
Dal 2013 oltre mille bambini sono stati rapiti in Nigeria da Boko Haram, tra cui anche le 276 ragazze portate via nel 2014 mentre si trovavano a scuola nella città di Chibok, di cento ancora non si sa niente. Le scuole in questi anni sono state un obiettivo ricorrente perché accusate di impartire “insegnamenti occidentali”. Dal 2009, secondo i dati Unicef, sarebbero stati uccisi 2.295 insegnanti e distrutti 1.400 istituti.
L’Onu afferma che i terroristi dell’organizzazione ricorrono alla pratica dei rapimenti per incutere terrore in tutto il Paese e dimostrare il suo potere. Boko Haram, attivo in Nigeria dal 2009, ha causato la morte di almeno 20mila persone, costringendo 2,6 milioni di cittadini ad abbandonare le proprie case e causando una grave crisi umanitaria. Nel nord-est del Paese, 450mila bambini stanno rischiando di morire di fame. La furia dei terroristi ha raggiunto anche gli Stati vicini, come il Ciad, il Niger e il Camerun, dove più di duemila scuole sono state chiuse.
Le violenze, gli stupri e i sequestri perpetrati dal gruppo nel corso degli ultimi anni sono innumerevoli. In particolare, i miliziani utilizzano soprattutto donne e bambine che, dopo essere state rapite, vengono costrette dai miliziani a diventare kamikaze. Il 19 febbraio scorso più di cento ragazze, tutte di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, sono state rapite nel villaggio dello Stato dello Yobe, in ciò che è stato definito il sequestro più grave effettuato in seguito a quello del 14 aprile 2014 a Chibok, dove i terroristi nigeriani rapirono 275 studentesse. Il 21 marzo, le studentesse di Dapachi sono state rilasciate, anche se cinque di loro sono morte.
Il 25 dicembre 2016 il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, aveva riferito che l’esercito nazionale aveva preso il controllo dell’ultima di Boko Haram, nel nord-est dello stato del Borno. Il primo gennaio 2017, tuttavia, il gruppo terroristico aveva smentito la sconfitta attraverso la pubblicazione di un video e, da allora, si sono verificati sistematicamente attacchi che hanno messo a dura prova la sicurezza del Paese, soprattutto nelle aree più remote.
Il primo gennaio 2018, Buhari ha ammesso che, nonostante la sconfitta tecnica dei terroristi nigeriani, continuano a verificarsi attentati sparsi. A suo avviso, nemmeno le migliori forze di polizia potrebbero sventare determinati attacchi criminali.
di Sebastiano Lo Monaco