Nigeria, fuoco sui manifestanti sciiti
La polizia nigeriana ha sparato ieri munizioni e gas lacrimogeni contro i manifestanti sciiti radunati nella capitale della Nigeria, Abuja, per chiedere la liberazione del leader religioso sciita Sheikh Ibrahim al-Zakzaky.
I poliziotti hanno sparato indiscriminatamente contro centinaia di manifestanti che si erano radunati fuori dagli edifici governativi per chiedere il rilascio di Zakzaky. La polizia ha anche arrestato almeno una dozzina di persone nel corso della manifestazione. Le violenze della polizia avrebbe causato la morte di almeno quattro civili e il ferimento di altre decine.
I manifestanti hanno esposto stendardi con le immagini del religioso e delle persone uccise per mano delle forze governative. Simili manifestazioni di protesta si sono svolte nella città di Kaduna, a nord di Abuja.
Martedì scorso, le forze di sicurezza hanno ucciso due manifestanti, membri del Movimento islamico in Nigeria guidato da Zakzaky. Violenti scontri sono scoppiati fuori dall’Assemblea Nazionale mentre i manifestanti si sono radunati lì e poi hanno cercato di entrare nell’edificio per presentare una richiesta di liberazione del religioso. Almeno 40 persone sono state arrestate durante la manifestazione.
Sheikh Zakzaky ha perso la vista dell’occhio sinistro nel 2015 durante un’incursione da parte delle forze di sicurezza che hanno causato la morte di oltre 300 dei suoi seguaci e di tre dei suoi figli. Anche sua moglie ha riportato gravi ferite.
Nel 2016, l’Alta corte federale della Nigeria ha ordinato dopo un processo il rilascio incondizionato di Zakzaky dal carcere, ma il governo ha finora rifiutato di liberarlo. Secondo i gruppi per i diritti umani, le forze nigeriane hanno ucciso negli ultimi quattro anni almeno 400 membri del Movimento islamico in Nigeria.
La Commissione islamica dei diritti umani, con sede a Londra, ha riferito all’inizio di questa settimana che le condizioni di salute del religioso si sono ulteriormente deteriorate a causa di un avvelenamento avvenuto in prigione.
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di Giovanni Sorbello