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Precipita la situazione in Congo

di Mauro Indelicato

Sembra precipitare la situazione in Congo; nello stato africano infatti, sono stati uccisi alcuni soldati pakistani appartenenti alla missione ONU denominata Munusco.
A riferirlo è lo stesso portavoce delle Nazioni Unite, Martin Nesirky, il quale ha affermato che i militari di Islamabad sono stati attaccati nel Sud Kivu, regione nel quale da anni è in corso un conflitto che né il governo centrale di Kinshasa, né le forze internazionali riescono a fermare.
La missione ONU ha più di 17.750 soldati e osservatori militari e 1.400 poliziotti nel Congo ex Zaire, da distinguere con il Congo la cui capitale è Brazzaville, per aiutare le stesse autorità congolesi nel loro sforzo di stabilizzazione e di consolidamento della pace.

Ma nonostante la presenza dei caschi blu e nonostante di recente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha votato a marzo per creare una brigata ulteriore intervento di più di 2.500 truppe nella zona, la situazione rimane decisamente fuori controllo.
Le brigate del “movimento del 23 marzo”, il cui leader storico Ntaganda si è consegnato al tribunale della Corte Internazione dell’Aja nei mesi scorsi, continuano ad avere in possesso diversi territori del sud e nord Kivu e fino agli accordi del dicembre scorso, possedevano anche Goma, la capitale economica e culturale della parte orientale del Congo.

Dunque, non solo tali brigate ma anche una serie di bande armate incontrollate, diffonde sempre più il panico in una zona martoriata da una guerra che, tra alti e bassi, si trascina dal 1998.
I motivi del conflitto, sono da ricercare negli interessi economici della zona, ricca di miniere di diamanti e di importanti risorse naturali; si ipotizza anche che lo stesso movimento 23M e le altre bande, siano finanziate da alcuni uomini d’affari europei ed occidentali, al fine di strappare dal governo centrale congolese i ricchi possedimenti.
Di certo, a fare le spese maggiori del conflitto, che la presenza dei caschi blu non ha minimamente attenuato, è la popolazione civile, la quale sta soffrendo una crisi economica che fa della regione del Kivu uno dei territori più poveri del mondo.

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