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Dopo la sciagura dell’aereo aumentano le pressioni Usa su Vladimir Putin

di Cristina Amoroso

La sciagura dell’aereo abbattuto giorno 17 nel cielo ucraino – con le sue 289 vittime di cui 80 bambini – ha spostato la nostra attenzione dalla martoriata terra palestinese – con le sue 572 vittime di cui un terzo bambini – alla martoriata terra ucraina, intorno a cui pesano incertezze, misteri e curiosità che lasciamo per ora alla rete e ai mass media il compito di divulgare e commentare.

Nel riprendere il filo della questione ucraina andiamo alla giornata di mercoledì 16, quando sul New York Times compare un articolo e un video del presidente degli Stati Uniti. “Il presidente Obama ha imposto un nuovo round di sanzioni contro la Russia, miranti a colpire alcuni dei gioielli russi nell’ambito della finanza, dell’energia e della difesa del Paese, in quelle che i funzionari hanno descritto come le misure più estenuanti adottate finora dagli Stati Uniti come rappresaglia per l’intervento di Mosca in Ucraina”.
“L’annuncio riflette una decisione di Obama di adottare misure più rigorose di quelle adottate dagli alleati europei degli Stati Uniti, che hanno di gran lunga più profondi legami economici con la Russia. Nella riunione a Bruxelles, i leader dell’Unione europea hanno rifiutato di seguire le misure americane e invece hanno adottato un piano più temperato che blocca i nuovi prestiti alla Russia per lo sviluppo e minaccia di colpire maggiormente individui russi”.

In effetti tra i ventotto Paesi Ue non tutti finora sono stati concordi nell’imporre sanzioni più pesanti contro la Russia, a parte i Paesi dell’Est. Nella giornata di mercoledì, hanno deciso un aggravamento delle sanzioni, ma come indicato dal ministro degli Esteri francese Laurent Fabius si tratta di un “avanzamento” del livello delle sanzioni attuali (blocco dei visti e congelamento dei patrimoni) senza per questo arrivare al livello 3, che consiste nelle sanzioni economiche comprendenti commercio, energia e finanza, come avrebbe voluto Obama.

Tornando agli Usa, le imprese destinatarie delle restrizioni del mercato dei capitali sono alcune delle più importanti in Russia: la Rosneft, di proprietà dello Stato e presieduta da un consigliere di lunga data del presidente Vladimir V. Putin, che è il più grande produttore di petrolio del Paese. La Gazprombank è il braccio finanziario della Gazprom, il gigante del gas naturale controllato dallo Stato, che è anche guidato da un alleato di Putin. Anche sotto tiro sono la Veb, la banca statale di sviluppo economico, e Novatek, un altro produttore di gas naturale.
A gruppi di imprese americane che hanno contestato sanzioni unilaterali, sostenendo che avrebbero solo fatto male alle imprese nazionali, e ad altri che hanno manifestato preoccupazione, Obama ha cercato di rispondere, riporta il New York Times: “Queste sanzioni sono significative, ma sono anche mirate, studiate per avere il massimo impatto sulla Russia, limitando eventuali effetti di ricaduta su aziende americane o su quelle dei nostri alleati”, ha detto il presidente. Il tutto mentre il presidente russo riscuoteva grande successo nel tour di sei giorni in America Latina.
Giovedì 17 luglio l’aereo di linea in viaggio dalla capitale olandese Amsterdam a Kuala Lumpur, si schianta nel territorio di Donetsk, in Ucraina orientale.

Immediatamente aumentano le pressioni degli Usa. Il presidente Barack Obama parla al telefono con i leader mondiali al fine di aumentare consensi unanimi per ulteriori pressioni sul Cremlino. Ha parlato con il primo ministro britannico David Cameron, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il primo ministro australiano Tony Abbot.
Nella chiamata con Merkel, entrambi confermano la necessità che siano tutte le parti a garantire la piena indagine così come l’accesso illimitato al sito dove l’aereo con 298 passeggeri a bordo si è schiantato. Il presidente degli Stati Uniti vuole raggiungere il pieno accesso al luogo dell’incidente vicino al confine della Russia.
Nel frattempo, il vice presidente Joe Biden parla con il presidente ucraino Petro Poroshenko e il primo ministro della Polonia Donald Tusk. I due dicono che la Russia deve “chiamare immediatamente e pubblicamente i separatisti a deporre le armi.”

Il presidente Obama ha anche affermato che l’incidente dovrebbe spostare l’attenzione della comunità internazionale sulla questione. Questo certamente suona come un campanello d’allarme per una possibile escalation del conflitto in Ucraina orientale.

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