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Netanyahu sotto accusa per corruzione

Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, è stato interrogato ieri nella sua residenza ufficiale a Gerusalemme dalla polizia israeliana. L’inchiesta è condotta dalla Lahav 433, una speciale unità investigativa, e verte su una serie di regali e favori che Netanyahu avrebbe accettato durante il suo ultimo mandato da facoltosi imprenditori. “Non troveranno nulla perché non c’è nulla da scoprire” ha replicato Netanyahu sui social. L’interrogatorio è stato autorizzato dal procuratore generale Avichai Mandelblit dopo aver esaminato le prove preliminari, giudicate sufficienti per estendere l’indagine su larga scala per frode e corruzione.

La task force incaricata di indagare sul primo ministro sarà invece diretta dal sovrintendente capo Shlomo Meshulam e la squadra sarà composta anche da profili internazionali, oltre che dalla polizia locale. Secondo un articolo dell’Haaretz, fortemente criticato dal primo ministro, alcuni degli uomini d’affari sotto inchiesta sarebbero amici di Netanyahu, ma risulterebbero evidenti le richieste concrete avanzate in cambio di ingenti donazioni.

Netanyahu interrogato dalla polizia israeliana per sospetta corruzione e frode

Netanyahu e i casi di corruzione

Non è la prima volta che Netanyahu ha a che fare con le accuse di corruzione. Già nel 2000 fu accusato , insieme alla moglie Sarah, di aver accettato regali molto costosi. Il caso fu archiviato per mancanza di prove e non venne aperta nessuna indagine penale in merito. Stessa cosa nel 1997, quando l’attuale premier rischiò di essere indagato per irregolarità nella nomina dell’allora procuratore generale.

Questa volta invece i filoni di indagine sarebbero diversi. Da una parte gli investigatori accusano Netanyahu di aver accettato una tangente da un milione di euro nel 2009 da parte del magnate francese Arnaud Mimran. Dall’altra aleggia l’accusa di aver accettato costosi regali da parte di Ronal Lauder, miliardario newyorkese di origini ebraiche e presidente del World Jewish Congress.

Il peso politico di queste accuse inizia a farsi sentire e, secondo David Amsalem, esponente del Likud, ci sarebbe “un intero esercito che sta cercando di sostituire il primo ministro. A mio parere, c’è anche il finanziamento dall’estero. Stanno facendo tutto il possibile al fine di spodestare Netanyahu e portare l’agenda di sinistra al potere”.

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