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Nella Plutocrazia Usa, colossi farmaceutici e tecnologici hanno scelto Biden

Nella Plutocrazia Usa, colossi farmaceutici e tecnologici hanno scelto Biden. Dopo fatti incontestabili quali la proliferazione di trucchi, brogli, campagne di intossicazione e milioni di voti postali facilitati dal ben pensato Covid, emergono dati che fanno chiarezza su quali forze abbiano sostenuto od osteggiato l’uno e l’altro candidato alla presidenza. In una Plutocrazia quale è la democrazia statunitense i suoi funzionamenti ed esiti sono e devono essere determinati dal dollaro.

Colossi farmaceutici che hanno finanziato il democratico Biden

Il partito dell’asinello ha galoppato grazie ai soldi di Big Pharma. Da Sanofi a Pfizer, da Johnson & Johnson ad Astrazeneca, AbbVie, Abbott, Merck&Co, fino a Roche sono numerosi i colossi farmaceutici che hanno elargito importanti somme di denaro a sostegno della campagna elettorale di Joe Biden (il più finanziato) e dei suoi alleati. In sostanza, si sono schierati in modo massiccio a favore di Biden e del partito democratico. È la prima volta che ai democratici viene destinata una somma superiore a quella dei repubblicani (solo nel 2008 i finanziamenti furono a favore del partito dell’asinello, con un solo miliardo di differenza). In particolare, tra chi ha maggiormente puntato su Biden c’è l’americana Pfizer, che al momento opportuno ha annunciato l’efficacia del vaccino messo a punto con la tedesca BioNTech.

Meno le aziende che hanno appoggiato Donal Trump ed i repubblicani. Solo tre, tra i Big Pharma, hanno supportato Donald Trump: Amgen, Eli Lilly, Boston Scientific.

Colossi tecnologici che hanno finanziato Biden

Tra i colossi tecnologici, quelli che ci vorrebbero trasformarci in transumani con chip sottocutanei, secondo il “Center for responsive politics” di Washington, il comparto elettronico-teconologico ha donato nel ciclo elettorale 2020 ai Democratici 259,3 milioni, contro 58,3 ai Repubblicani. A Joe Biden personalmente sono andati quasi 49 milioni, a Trump 8.

I dollari dati da Alphabet complessivamente ammontano a 11.373mila, di cui il 93% ai Democratici. Da Microsoft (Bill Gates) sono arrivati 8.847mila dollari, di cui l’89% al partito dell’asinello. Facebook ha donato 3.600mila, con il 90% ai soliti Democratici. Stesso discorso per Amazon che ha donato 6.187mila dollari l’84% sempre all’asinello. Apple è andata oltre: il 99,1% dei suoi 3.864mila dollari, ancora ai Democratici. I rispettivi tycoon, Jeff Bezos, Bill Gates, Marc Zuckerberg e altri predatori si sono immediatamente congratulati con Biden.

I donatori di Wall Street hanno appoggiato il leader democratico

Con grande sorpresa di tutti, e dato che i repubblicani erano rappresentati da un miliardario che ha moltissimi amici a Manhattan – i donatori di Wall Street nelle due campagne sono stati a favore di Biden rispetto a Trump in un rapporto di 5 a 1.

Biden sagoma di cartone, il Deep State attore chiave del gran Reset

A scriverlo è Pepe Escobar nell’articolo “E adesso arriva la guerra civile”. L’attore chiave rimane il Deep State, che è poi quello che deciderà il corso degli eventi. Hanno soppesato i pro e i contro di schierare come “leader del mondo libero” un vecchio con una demenza di tipo 2. Un guerrafondaio neo-conservatore e possibile estorsore (insieme al figlio), che ha condotto la campagna elettorale da un seminterrato. Nelle manifestazioni pubbliche non è stato neanche in grado di riempire un parcheggio e che dovrebbe avere come spalla una tizia che nelle primarie democratiche era stata la prima a rinunciare per il poco sostegno ricevuto.

Un chiaro risultato delle elezioni statunitensi è stato il crollo della promessa “ondata blu”, un’implosione che segna l’inizio della fine di un potente incantesimo che affascina l’Occidente.

È arrivato il punto di svolta monumentale?

Perché Colossi Farmaceutici e Tecnologici, insieme ai donatori di Wall Street avrebbero investito in un uomo – Biden – e in un partito, apparentemente cercando di spostare l’America verso questa società progressista “gestita”? Perché sono convinti della necessità di ristrutturare radicalmente l’economia mondiale e le relazioni geopolitiche? È questa dunque la lotta occulta? Una “quarta rivoluzione industriale? Ora che il pianeta è già economicamente e demograficamente sovraesteso col modello di espansione economica infinito fallito e con la bolla del debito globale destinata a scoppiare?

Il Reset rappresenta la quadratura del cerchio, intenzionalmente mirato a sconvolgere tutte le aree della vita, anche se su scala planetaria. La terapia d’urto, per così dire, per cambiare il modo in cui noi umani pensiamo a noi stessi e al nostro rapporto con il mondo. Ben arrivata Resistenza!

di Cristina Amoroso

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