Giorgiana Masi, a 45 anni dall’assassinio
Nel tardo pomeriggio di giovedì 12 maggio del 1977, la giovane Giorgiana Masi si trovava nel centro storico di Roma in compagnia del suo ragazzo, Gianfranco Papini, quando in piazza Gioacchino Belli rimasero coinvolti in violenti scontri tra dimostranti e forze dell’ordine. Poco prima si era svolta una manifestazione del Partito Radicale, a cui si erano uniti membri della sinistra extraparlamentare. Un proiettile calibro 22 la colpì mortalmente all’addome. Giorgiana Masi aveva solo 18 anni.
Durante le varie inchieste sulla morte della studentessa romana non si arrivò mai alla verità e al riconoscimento dell’assassino. Vale la pena ricordare le dichiarazioni dell’ex presidente della commissione stragi Giovanni Pellegrino: “Le parole di Cossiga pronunciate sull’accaduto confermerebbero come quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell’ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992/93″.
A 45 anni di distanza dall’omicidio, sull’asfalto di Ponte Garibaldi restano i fiori e le lacrime di quei pochi che vogliono ricordare la crudeltà di una vita spezzata. Nessuna verità è emersa, resta il silenzio e la complicità di uno Stato che ancora oggi prova a nascondere una delle tante pagine vergognose che hanno caratterizzato la storia dell’Italia repubblicana.
di Redazione