di Giovanni Sorbello Nel pantano afghano continua senza soste e senza lesinare massacri, la folle guerra “portata” dagli Usa. Tra le operazioni più criticate dalla popolazione civile ci sono sicuramente i raid dei droni americani, i famigerati aerei senza pilota, che sempre più frequentemente mietono vittime civili. L’ultimo attacco risale a martedì scorso, quando un drone ha ucciso cinque persone e ferito molte altre, nel distretto di Balablook, nella provincia occidentale afghana di Farah.
Fonti locali affermano che le vittime sarebbero un comandante talebano e quattro membri del suo gruppo, ma dai talebani non è arrivata nessuna conferma. Nelle ultime settimane i raid portati dai droni americani hanno provocato decine di vittime, tra cui molti civili. I funzionari americani si limitano a confermare che l’obiettivo degli attacchi aerei sono i miliziani, meglio conosciuti come “terroristi”, ma le autorità locali dichiarano che i civili restano le principali vittime dei raid.
Gli Stati Uniti nel corso dell’ultimo anno hanno intensificato in modo significativo l’utilizzo degli aerei senza pilota in Afghanistan, Pakistan, Yemen e Somalia, provocando la morte di centinaia di civili. Questi attacchi indiscriminati, che violano impunemente ogni forma di diritto internazionale, hanno suscitato un sempre più forte sentimento anti americano, oltre a violente manifestazioni di protesta. Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno invaso l’Afghanistan nel 2001 nell’ambito della cosiddetta guerra di Washington contro il “terrorismo”. L’offensiva ha rimosso i talebani dal potere, ma il Paese continua a vivere nel terrore e nella violenza, depredato di ogni suo bene, tra cui la libertà del suo popolo.