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Nato: 100mila soldati in Polonia

La guerra che la Nato e gli Stati Uniti stanno combattendo per interposta persona in Ucraina, pare volersi allargare sempre di più e senza un accenno di intesa tra le due parti. Zelensky ha vietato per legge qualsiasi forma di trattativa e Putin è sempre più rabbioso nei confronti dell’Occidente.

Il 21 Marzo, l’Unione Europea ha firmato un patto militare “per la preparazione militare-civile rafforzata”. In parole semplici, si vuol preparare il continente all’ipotesi di una guerra. Le parole di Macron e le successive rassicurazioni di Borrell appaiono come ulteriore conferma delle intenzioni in campo. L’Unione Europea si sta ritagliano un ruolo belligerante, rinnegando del tutto quello di mediazione e sta accelerando le esecuzioni dei piani messi a punto nei vertici di Madrid (2022) e di Vilnius (2023), per fronteggiare un eventuale attacco russo. 

La cifra è alta, fa capire il reale stato dell’arte, la comunica Karol Dymanowski, vice comandante delle forze armate polacche: “Migliaia di soldati della Nato sono stati dislocati in Polonia, sul fianco Est, fanno parte della Response Force”, il nucleo di reazione rapida che per anni è rimasto dormiente ma che dopo l’invasione dell’Ucraina è diventato il pilastro portante della strategia condivisa anche da Finlandia e Svezia. La cifra è destinata a salire, tra pochi mesi si arriverà a 300mila unità.

Polonia perno della Nato

Varsavia è da tempo l’avamposto della Nato, posta al centro dell’Europa, gli Stati Uniti ne hanno fatto il loro più fedele scudiero, sfruttando quell’odio mai assopito nei confronti del “vicino di casa”.
Gli Usa hanno installato un comando di Corpo d’armata con il compito di coordinare i movimenti delle truppe di terra a salvaguardia del Mar Baltico e del Corridoio di Suwalki. Nelle riunioni che si stanno tenendo a Bruxelles, ampio spazio è stato dato alla monitorizzazione della copertura dei confini, decidendo di rafforzare la protezione della Bulgaria e la protezione dello spazio aereo.

Che lo stato d’allerta sia passato di livello appare ormai chiaro, ma si susseguono le smentite e le notizie che arrivano da Mosca. Infatti, l’attentato attribuito all’Isis-K, non migliora di certo le cose visto che Putin continua a considerare complice degli attentatori l’Ucraina e l’occidente in generale. Eppure, l’intelligence Usa e Britannica avevano avvisato i servizi segreti russi su un possibile attentato durante le elezioni di Marzo. Saltata quella data e rimasto inascoltato l’allarme, la cortina della difesa russa è stata abilmente bucata dagli attentatori.

di Sebastiano Lo Monaco

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