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Myanmar: via lo stato d’emergenza, ma niente di nuovo per i Rohiynga

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di Redazione

Nella transizione presidenziale a favore di Aung San Suu Kyi, l’uscente Thein Sein ha rimosso lo stato d’emergenza in vigore in Myanmar da 4 anni a causa delle tensioni tra la comunità buddista e i musulmani Rohingya. Questi ultimi, poco più di un milione non sono titolari di cittadinanza e vivono in condizioni di apartheid.

Nella notizia data da Thein Sein si legge che i Rohingya “non rappresentano più alcuna minaccia”, dando a intendere come si siano ormai poste le condizioni interne per una loro neutralizzazione.

Anche alle ultime elezioni di novembre ai Rohiynga è stato negato il diritto di voto, né hanno potuto contare su una rappresentanza politica. Nonostante alcuni membri della Lega nazional democratica, partito di San Suu Kyi, siano dei Rohiynga, la neo presidente si è dimostrata incerta nel coinvolgerli durante la campagna elettorale e non ci si aspetta una presa di posizione a favore della comunità discriminata una volta al potere.

Essi continuano ad essere indicati genericamente come una minoranza etnica e le loro origini bengalesi vengono omesse insieme alle cause storiche del loro spostamento che li aveva portati in quella terra.

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