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Myanmar, la nuova frontiera asiatica

di Cristina Amoroso

Il Myanmar è la nuova frontiera asiatica, come definito dalla Banca Mondiale e nel titolo del convegno tenutosi alla Farnesina il 23 ottobre, promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dello Sviluppo, in collaborazione con l’OCSE e l’Osservatorio Asia. Il Governo italiano ha già avviato un dialogo bilaterale con il Myanmar, Paese di circa 60 milioni di abitanti, in rapida evoluzione, nel pieno di un processo di democratizzazione e di apertura agli investimenti internazionali e con un tasso di crescita del PIL superiore, negli ultimi anni, al 5%. Tutto ciò, offre agli investitori italiani grandi opportunità economiche, che devono però essere colte, sin dall’inizio, in coerenza con gli impegni assunti dall’Italia, nel contesto dell’OCSE, attraverso un percorso di sostenibilità e responsabilità sociale.

Occasione da non perdere per l’amministratore delegato dell’Eni che ha dichiarato a margine del Convegno: “Vorremmo fare del sud-est asiatico una nostra nuova frontiera che si aggiunge a quella africana. In questo senso il Myanmar e’ un Paese di grande interesse e lo considero promettente”, annunciando quattro offerte, due per blocchi on shore, già assegnate, mentre si chiuderà il 15 novembre la gara per i due blocchi off shore di cui si conoscerà l’esito a gennaio. Scaroni ha inoltre osservato che il Myanmar rappresenta “un tassello importante” nella corsa verso l’Asia “che abbiamo intrapreso da qualche anno. Siamo in crescita in Pakistan, adesso in Myanmar, dove speriamo di trovare idrocarburi, in Vietnam, in Indonesia e in Cina”, ha concluso l’amministratore delegato del colosso del cane a sei zampe.

Le aziende italiane potrebbero, infatti, trovare in Myanmar un ventaglio di soluzioni, offerte dalle enormi dotazioni di materie prime, dalla fertilità del suolo, dalla collocazione geografica, dalla disponibilità di talenti. Il Governo italiano è impegnato da tempo con il Myanmar in un dialogo sia bilaterale che nel quadro dell’azione dell’Unione Europea. La partecipazione dei Ministri degli Esteri di Italia e Myanmar, di un esponente di governo del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’OCSE riflettono l’importanza dei cambiamenti in atto, sia sul piano dei rapporti bilaterali che globali del paese. Il convegno ha analizzato le sfide che il Paese sta affrontando per reintegrarsi pienamente nel consesso economico dando un’enfasi particolare alla nuova legge sugli investimenti birmana e alle sue caratteristiche di sostenibilità, nel rispetto della sua pluralità e nell’integrazione economica imposta dalla globalizzazione.

Non solo sfide economiche ma anche sociali e democratiche nell’intervento del ministro degli Esteri Emma Bonino, ministro dell’Italia Paese amico, pronto a sostenere la Birmania, nella transizione democratica iniziata con le elezioni del 2010, ed ha usato il termine Birmania e non Myanmar quasi a voler sottolineare come quello verso la democrazia sia un percorso in cui si può sempre migliorare, basta riconoscere e capire per tempo il rischio di passi indietro.

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