Myanmar estende legge marziale alle roccaforti della Resistenza
Il regime militare del Myanmar ha imposto la legge marziale nelle roccaforti della Resistenza che vedrà le persone accusate di tutto, dal tradimento alla “diffusione di notizie false”, e processate da tribunali militari.
Nei 37 comuni interessati dalle nuove misure annunciate venerdì sui media statali, non saranno ammessi ricorsi contro le condanne pronunciate dai tribunali militari, salvo nei casi in cui sia stata comminata la pena di morte, e che dovranno essere approvate dal capo militare, generale Min Aung Hlaing, riporta il quotidiano Global New Light of Myanmar.
Il Myanmar sta cercando nuovi modi per reprimere la Resistenza nelle aree in cui le persone hanno preso le armi per combattere l’oppressione del regime.
L’espansione della legge marziale era necessaria “per garantire la sicurezza, lo stato di diritto e la pace”, ha affermato la Global New Light.
In base alle nuove severe misure, i tribunali militari giudicheranno casi penali che vanno dall’alto tradimento al divieto di diffondere notizie false, che l’esercito ha già utilizzato per incarcerare decine di giornalisti.
I 37 comuni interessati dall’imposizione della legge marziale si trovano in otto Stati e regioni: Sagaing, Chin, Magway, Bago, Mon, Karen, Taninthayi e Kayah.
I militari sono stati impegnati in scontri regolari con la Forza di difesa popolare anti-golpe, l’ala armata del governo di unità nazionale clandestino dell’opposizione, nelle nuove aree soggette alla legge marziale. Almeno altre 11 township – sei nella città principale e centro commerciale del paese Yangon e cinque nella seconda città, Mandalay – erano già sotto una simile giurisdizione militare.
di Redazione