Muro di Trump, Pentagono assegna 3,6 miliardi
Il Dipartimento della Guerra degli Stati Uniti ha dichiarato martedì scorso che stanzierà 3,6 miliardi di dollari in fondi previsti per altri progetti per costruire il muro sul confine messicano. Con la costruzione di questo discusso muro, il presidente Donald Trump mira ad arginare il flusso di migranti privi di documenti provenienti dai Paesi dell’America Latina.
Poco più di un mese dopo la sua conferma al Congresso, il segretario alla guerra Mike Esper ha firmato per liberare fondi da 127 “progetti militari differiti”, secondo quanto riferito dai portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffmann, sui media statunitensi. Si prevede che la barriera di 5,5 metri si estenda lungo la frontiera di 3.200 chilometri.
All’inizio di quest’anno, Trump ha dichiarato una “emergenza nazionale” alla frontiera per garantire 6,6 miliardi di dollari da altri conti a budget. Ciò includeva 2,5 miliardi di dollari iniziali di spese del Pentagono che avrebbero dovuto essere utilizzate per programmi di lotta contro il commercio di droga e altre operazioni.
Molteplici azioni legali contro il muro hanno portato l’anno scorso un giudice federale a porre un’ingiunzione bloccando il finanziamento. Eppure, in una grande vittoria politica per il presidente Trump, a luglio la Corte Suprema ha annullato quella sentenza, permettendo ai lavori di andare avanti.
Muro e politica migratoria del Messico
“La politica di immigrazione messicana è subordinata alla politica di sicurezza degli Stati Uniti. È una contraddizione perché il Messico chiede diritti per i migranti messicani presenti negli Stati Uniti ma non garantisce diritti né riconoscimenti per chi transita per il Messico” – racconta uno degli operatori di Voces Mesoamericanas, associazione che si occupa dell’organizzazione e articolazione dei migranti, in particolare coloro che provengono dalle comunità indigene.
“Esiste una logica di sicurezza interna agli Usa che prevede che il Messico costituisca un primo filtro di smistamento per tutti i migranti dal centro America”. Ed è proprio in Messico che si verificano le principali violazioni dei diritti umani dei migranti, la maggior parte dei quali costretti a viaggiare sul treno chiamato “La Bestia” e gestito dai Narcos locali.
Molti migranti muoiono in questa impresa, altri spariscono in un limbo di disperazione, mentre l’evoluto Occidente discute ancora sulla necessità o meno dell’ennesimo muro. Muro, peraltro, già esistente.
di Redazione