Muos: gli Usa inviano in Sicilia il console Moore
Aggiornamenti importanti arrivano dalla Sicilia, regione che continua a lottare senza resa, riguardo il famoso “muostro” chiamato Muos. Dopo le recenti vicende della richiesta di revoca delle autorizzazioni concesse dal precedente governo per l’installazione del sistema satellitare, adesso giunge in Sicilia anche il console generale degli Usa a Napoli, Donald Moore, per tentare nuovamente il possibile nella realizzazione dello scopo americano. Dopo l’incontro del Presidente della Regione Rosario Crocetta con i vertici del Governo nazionale che ha suscitato scetticismo da parte di alcuni cittadini, ecco che il console Moore si dice fiducioso: “L’installazione del Muos è cruciale per gli interessi di sicurezza nazionale di Italia, Stati Uniti e dell’intera Nato ma la salute dei cittadini deve essere garantita e l’accordo dell’11 marzo scorso è un chiaro segnale in questo senso”.
Lo scorso 11 Marzo infatti si erano riuniti governo nazionale e regionale (Sicilia) per un faccia a faccia tra Mario Monti e Rosario Crocetta: secondo una nota ufficiale la decisione sarebbe stata quella di “Affidare ad un organismo tecnico indipendente uno studio approfondito – introdurre strumenti che consentano il monitoraggio continuo verificabile anche da parte del sistema pubblico per il rispetto dei limiti delle emissioni previsti dalla legge – verificare l’attuazione delle misure di compensazione previste nel Protocollo d’intesa in favore del territorio e della popolazione locale”.
Ma nel frattempo è Giampiero Trizzino, del M5S, a comunicare la volontà di avviare una nuova campagna di monitoraggi per verificare sia gli effetti del Muos, che delle 46 antenne presenti nella base militare: “Ieri mattina il console americano Moore ha chiesto di incontrarmi per parlare del Muos. E’ stata una discussione cordiale ma accesa, nella quale ho ribadito ciò che è emerso durante le audizioni a Niscemi e a Palermo – continua Trizzino su Facebook -. Alla luce di ciò ho formalmente chiesto al console di garantire ai tecnici italiani di accedere nella base militare per potere effettuare le nuove rilevazioni e altresì di offrire loro la massima collaborazione dell’esercito Usa, in modo che i nuovi dati siano rappresentativi dell’impatto reale sulla salute della popolazione. Infine, ho chiesto al console di accettare un invito a Niscemi, mercoledì 27 marzo, affinché – davanti ad una delegazione dei rappresentanti dei comitati e del Sindaco – dichiari la volontà degli Stati Uniti di collaborare con i tecnici italiani affinché sia fatta luce sugli effetti del Muos, così come stabilito nel protocollo del 2011”.
Componente dell’organo che sarà chiamato a studiare nuovi dati è proprio Massimo Zucchetti, Professore ordinario al Politecnico di Torino, che ha recentemente presentato i suoi studi sulla salute inerenti il Muos insieme al professore Massimo Coraddu.
Ma si sa, i paradossi sono ormai la normalità e chi meriterebbe di scontare la propria pena sta invece a gironzolare nelle strade mentre a Niscemi, due mamme esponenti del Comitato sono indagate dalla Procura di Caltagirone per violenza privata, resistenza e oltraggio a pubblici ufficiali nell’ambito delle contestazioni ai militari Usa davanti la stazione radar Muos. Dov’è il paradosso? Sicuramente nel fatto che oramai difendere il diritto alla vita o la propria terra di fronte interessi geopolitici significa ridursi ad una goccia d’acqua di fronte ad un oceano, una piccola esistenza che però dà significato a tutto il resto. La lotta non si ferma.
di Redazione