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Muos. Gli attivisti sfondano le reti: “Riprendiamoci casa nostra”

“Da Niscemi alla Val di Susa, della nostra terra non si abusa”: non basta dunque essere siciliani per mostrare la propria contrarietà alla realizzazione del più grande sistema di comunicazione satellitare della Marina Militare Statunitense Muos collocato nella riserva naturale “Sughereta” di Niscemi.

A marciare, ieri a Niscemi, migliaia di persone venute anche dall’estero, diversi striscioni ma unico e deciso messaggio: difendere la vita da ogni angolazione e da ogni fronte. Contrari anche alle 46 antenne Nrtf-8 che, dal 1991, contribuiscono ad innalzare il tasso di mortalità dei siciliani con le loro basse ma pericolose frequenze. Già ieri notte otto attivisti tra cui lo stesso Turi Vaccaro, seguiti la mattina da altri due, si erano arrampicati sulle stesse antenne per protesta esponendo uno striscione.

Tutto tranquillo, la marcia dei No Muos si è svolta in un clima quasi festoso almeno fino all’arrivo di fronte ad uno degli ingressi della base che ospita il Muos: proprio lì, tra il silenzio imbarazzante delle forze dell’ordine italiane accanto ai militari americani e i messaggi di protesta di diversa gente indignata perché “difendono gli Usa e non il futuro dei loro stessi figli”, scoppia l’azione di rivalsa dei No Muos che avanzano per entrare nella base. “Usciamo i manganelli”, comanda un esponente della polizia ai colleghi, fino a quando un militare della guardia di finanza rimane ferito e poi raggiunto dall’ambulanza. Un fazzoletto sporco di sangue invece rimane a terra lì dimenticato, mentre i No Muos riescono, dopo altri tentativi, ad entrare nella base tagliando le reti. Una sola era l’immagine che al tramonto spiccava, quella di un popolo che, seppur simbolicamente, rimetteva piede nella propria casa come “indiani” contro i loro invasori. A fine serata invece, gli stessi attivisti sono scesi dalle antenne.

MAMME NO MUOS, “CROCETTA SI DIMETTA SUBITO”: Agguerrite, mai arrese, le Mamme No Muos presenti in prima linea alla manifestazione, chiedono che il Presidente Rosario Crocetta si dimetta immediatamente dal suo incarico in quanto non rappresenterebbe più il popolo siciliano. “Stiamo chiedendo al Sindaco di Niscemi di impugnare la revoca della revoca, è un atto che deve ai cittadini. Chiediamo tutti in coro che Crocetta se ne vada a casa perché non rappresenta più nessuno di noi come tutti i Siciliani – riferisce ai nostri microfoni Giselè Cicero, una delle Mamme No Muos – La storia dell’Iss. Era solo un alibi che si sono creati per poter poi revocare la revoca. Auspichiamo che ci sia una rivolta popolare di tutto il popolo – ha continuato la stessa – solo il numero delle persone può cambiare qualcosa”.

“FERMARLO E’ POSSIBILE, TOCCA FARLO A NOI”: Stava scritto così in uno striscione che sfilava insieme a circa 1500 persone, numero che però non ha soddisfatto molti che si aspettavano la partecipazione di almeno 5 mila. E se è vero che la speranza è dei perdenti, l’azione è dei vincenti. “Bisogna andare avanti col procedimento nell’ambito del quale è stata depositata la relazione del professore D’Amore nella “Sapienza” di Roma – ha riferito l’Avv. Del movimento Paola Ottaviano – la stessa in cui si dice che gli studi su cui si sono basate le autorizzazioni nel 2011 sono di studenti carenti, incompleti e privi di rigore. Si sta anche valutando l’atto di impugnare l’atto di Crocetta  ma se i lavori continueranno, noi denunceremo tutte le eventuali irregolarità”.

PARLANDO CON UN POLIZIOTTO: “Come mai state qui a difendere gli americani piuttosto che i vostri concittadini che protestano contro il Muos?”, è stata questa la nostra domanda ad uno dei tanti poliziotti italiani schierati a fianco dei militari americani. “Questa è una domanda retorica – ha risposto – già conosce la risposta. Noi possiamo essere anche schiavi come dite, ma chi li ha portati al potere? Anche voi.  Andate a protestare a Roma”.

Forse però, pochi hanno ben capito che l’inganno riguarderà tutti e non risparmierà nemmeno i loro stessi figli che un giorno, tra una maglia di Che Guevara ed una bandiera pacifista, si scaglieranno contro quella guerra che i stessi genitori, tacendo, hanno difeso.

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