Muore la fotoreporter di guerra Maryam Kazemzadeh
La fotoreporter di guerra Maryam Kazemzadeh, nota soprattutto per una raccolta di foto che ritrae la guerra dell’Iran contro i separatisti nella regione del Kordestan nel 1980, è morta martedì all’età di 66 anni di cancro.
Era la vedova di Asghar Vesali, il leader di Dastmal Sorkhha, un gruppo di guerriglia iraniano che si unì a Mostafa Chamran, il capo dei volontari iraniani che combattevano una guerra contro i separatisti nella regione del Kordestan all’inizio degli anni ’80.
Maryam Kazemzadeh tra le poche fotoreporter iraniane freelance
Kazemzadeh è stata una delle poche fotoreporter iraniane freelance, che ha registrato scene di battaglie contro gli invasori iracheni nei primi giorni della guerra Iran-Iraq del 1980-1988. La maggior parte della sua carriera nella fotografia di guerra includeva i giorni in cui ha accompagnato Chamran nella sua guerriglia nella regione del Kordestan, dove ha incontrato Vesali.
Era il leader di Dastmal Sorkhha, un gruppo di guerriglieri con uno stretto pezzo di stoffa rossa intorno al collo. I pezzi di stoffa provenivano da una camicia che un loro compagno indossava durante un’operazione. Il compagno fu ucciso e gli fecero a pezzi la camicia e se la legarono al collo, giurando di non rimuovere il pezzo di stoffa fino a quando non si sarebbero vendicati.
La guerra per la madrepatria unì Kazemzadeh a Vesali e iniziarono la loro vita matrimoniale nella zona di guerra di Mahabad. Dopo la sconfitta dei separatisti in Kordestan, la coppia ha lasciato la regione per la prima linea nella regione di Sar-e Pol-e Zahab. Pochi giorni dopo, Vesali fu ucciso in una battaglia nello stretto di Hajian a Gilan-e Gharb.
Parte della collezione di Maryam Kazemzadeh è stata pubblicata in “War Photographers”, un libro pubblicato dalla Revayate Fath Cultural Foundation. L’Iranian Artists Forum ha anche mostrato alcune delle sue foto in una mostra personale nel 2015. Kazemzadeh è stata sepolta mercoledì dopo un funerale speciale nel cimitero Behesht Zahra di Teheran.
di Redazione