Mozambico anno zero?
di Mauro Indelicato
FRELIMO e RENAMO: sembra il nome di un’accoppiata di comici milanesi degli anni 70; di accoppiata si tratta in effetti, ma i motivi sembrano tutt’altro che comici e per una popolazione fiera ed orgogliosa come quella mozambicana, questi due nomi vogliono significare la guerra civile, il gioco di potenze perpetrato in piena guerra fredda in quella fetta di Africa del sud, spartizione di potere, poltrone e territorio.
In lotta da decenni, queste due fazioni sembrano aver fatto scoppiare la pace all’indomani dell’implosione dell’Unione Sovietica, dando vita all’ennesima democrazia farsa del pianeta e dell’Africa più in particolare.
Il FRELIMO è stato sempre fedelissimo dell’URSS, il RENAMO degli USA; si andò avanti così per quasi un quarto di secolo, con i secondi che, sotto la spinta della NATO, del Sudafrica dell’apartheid e dell’allora Rhodesia, cercano di scalzare dal potere i primi, fautori di una lotta armata anti portoghese, che portò nel 1975 all’indipendenza da Lisbona.
Ma da quel momento, per l’appunto, il paese non ha avuto pace; FRELIMO e RENAMO, avamposti di guerra fredda nel paese, hanno aperto un contrasto che sul campo ha lasciato milioni di morte, danni economici ingenti ed un paese in cui l’emigrazione ha raggiunto picchi record. Poi nel 1990 la pace è stata firmata a Roma, visto che artefice del trattato fu la Comunità di Sant’Egidio.
Da quel momento, FRELIMO e RENAMO, da duellanti da condannare, sono diventati per l’occidente esempio da applicare per tutta l’Africa; il FRELIMO poi, guidato da Chissano, è passato idealmente dalla parte opposta all’Atlantico, stringendo accordi con USA e Gran Bretagna ed addirittura entrando a far parte del Commonwealth, unico paese non anglofono (visto che la lingua ufficiale è il portoghese) a farne parte.
Le immagini della Capitale Maputo con i grattaceli in costruzione, coperti dalle insegne pubblicitarie dei primi cellulari arrivati nel paese in cui a parlare era una sorridente Maria Mutola, eroina nazionale per aver vinto diversi ori nell’atletica sia alle Olimpiadi che ai mondiali, erano l’emblema del “nuovo” Mozambico, riappacificato, democratizzato e sviluppato. All’occidentale però.
E così mentre diverse aziende occidentali e cinesi trasformavano la capitale o si arricchivano di preziose risorse naturali, sbandierando al mondo la crescita del PIL vicina alla doppia cifra per il paese africano, il Mozambico in realtà rimaneva sempre molto povero e poco sviluppato, con una democrazia farsa, senza che mai ci sia stato un reale ricambio nel paese, visto ogni elezione è stata vinta dal FRELIMO, il quale ha solo spartito un paio di poltrone con il RENAMO.
Oggi i nodi vengono al pettine; Il 21 ottobre l’esercito mozambicano ha compiuto un raid a Gorongosa, nel cuore del Paese, che da un anno era il quartier generale del leader dell’opposizione nonché ex capo dei guerriglieri Afonso Dhlakama. Nelle settimane precedenti, l’esercito aveva circondato le forze di Renamo, il gruppo di ribelli guidato da Dhkakama, dopo aver subito una serie di attacchi, una volta falliti i negoziati tra le due parti.
Insomma, pare di capire che purtroppo le due fazioni tornano ad essere tali e non falsi partiti antagonisti; cosa si cela dietro questo inasprirsi dei rapporti tra le due entità politiche? Soprattutto, perché l’occidente non interviene?
In molti affermano che, da quando qualche mese fa sulla costa dell’Oceano Indiano sono stati scoperti quantità enormi di giacimenti di idrocarburi, qualche cancelleria occidentale si sta ricordando sulla cartina dove è posizionato il Mozambico; dunque, il paese africano adesso fa nuovamente gola a molti ed è tornato nelle agende di diverse multinazionali.
Che sia dunque un anno zero per il Mozambico? In cui, il paese magari, dopo anni di fragile e forse finta pace, debba rivedere acuirsi gli scontri tra le due eterne fazioni opposte?