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Via al Muos? Gli Usa comandano, l’Italia ubbidisce

Sono passati pochi giorni dalla manifestazione in Sicilia di quel 9 Agosto, occasione che portò e allo sfondamento delle barriere che circondano la zona militare di Niscemi dove è in corso la costruzione del più potente sistema di comunicazione satellitare della Marina Militare statunitense nel mondo. Uno dei quattro sistemi di terra in tutto il globo, il Muos, sembra non preoccupare il Governo italiano tanto premuroso nel non “danneggiare i rapporti” con gli Stati Uniti, come si era affermato quell’11 Marzo durante la riunione tra Governo nazionale e Regione Sicilia, occasione nella quale venne affidato al  parere dell’Istituto Superiore Sanità, il compito di decidere o meno della sua realizzazione in un piccolo paesino siciliano.

Ma dopo la revoca della revoca ai lavori dell’impianto, il pentimento del presidente siciliano Rosario Crocetta e della sua giunta, sembra aver contagiato anche lo stesso sindaco di Niscemi, comune ufficialmente occupato dagli attivisti che da anni fanno valere la propria contrarietà alla costruzione del Muos richiedendo anche lo smantellamento delle 46 antenne nrtf-8 presenti dal 1991 nella “Sughereta” di Niscemi, riserva naturale con vincolo paesaggistico.

Al sindaco Francesco La Rosa i cittadini di Niscemi hanno chiesto di impugnare il provvedimento di sospensione della revoca del Governo regionale ma lo stesso, dopo aver chiesto lo sgombero dell’aula consiliare del comune, occupata dagli attivisti del comitato No Muos, si è giustificando dicendo che “Non serve né la forza, né la speculazione politica per risolvere il problema del Muos di Niscemi”. Cosa serve dunque?

Di certo non la complicità di nove funzionari dello stesso Comune di Niscemi mandati ieri mattina, intorno alle 7.30, insieme alle forze dell’ordine italiane, per sfondare la barricata del presidio permanente “No Muos” di Niscemi, proprio lungo la strada che conduce alla base militare di contrada Ulmo. Almeno 80 gli agenti in tenuta antisommossa pronti a bloccare gli attivisti svegliati dai rumori e a scortare le ruspe seguite da numerosi mezzi trasportanti materiale coperto necessario al completamento del Muos nella base. Ma gli attivisti, ormai consapevoli della posizione netta del Consiglio e del Comune di Niscemi, non demordono e continuano ad occupare lo stesso per protesta.

“Oggi ha vinto il fascismo”,  si sente nel video che registra l’intera operazione. Ma non tutti concordano con lo stesso ragazzo che ha pronunciato quella frase: c’è chi, sui social network, commenta duramente contro chi “ha fatto del muos una battaglia personale o ideologica”. In effetti, parlare di fascismo o antifascismo nel 2013 sembrerebbe proprio l’arma migliore per dividere le forze di un popolo che, da destra a sinistra, verrà ugualmente colpito. Le ideologie dell’anti risultano dunque l’opportunità migliore che giova alla controparte tanto interessata a raggiungere, senza se e senza ma, il proprio scopo ovvero quello di fare della Sicilia la capitale mondiale dei droni da bombardamento e una piattaforma bellica americana. E che  importa del volere di un popolo che diventa “sovrano” solo nella carta e nemmeno a tempo di elezioni elettorali?

Intanto voci di corridoio affermano che i lavori del Muos dovrebbero iniziare nella notte tra Domenica e Lunedì prossimo con una durata di massimo tre giorni e l’aiuto di una squadra di tecnici e ingegneri possibilmente italiani o, peggio ancora, siciliani. Una cosa è certa: sul Muos il giallo non si ferma, ma è un giallo che rischia di sbiadire e di riportare a galla verità che, senza i fatti, serviranno solo a scriver libri mai letti.

di Redazione

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