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Morti sul lavoro, il caso Luana D’Orazio

Morti sul lavoro – È di questi giorni la notizia dell’ennesima morte sul posto di lavoro. Il nome che finisce sul libro delle morti bianchi è quello di Salvatore Mongiardo, operaio metalmeccanico di 64 anni che è caduto, senza che ci fosse una misura di sicurezza a proteggerlo, da un’altezza di cinque metri.

Le indagini hanno portato alla luce lo stesso schema di tutte le altre tragedie: lavoro in subappalto, costi ridotti all’osso e nessun meccanismo di sicurezza. Si tratta del quarto incidente avvenuto nella sola provincia di Roma dall’inizio del 2022. Un’altra morte, avvenuta per quell’aberrazione che è l’alternanza scuola-lavoro, era accaduta poche ore prima. Questa volta a perdere la vita è un ragazzo di 18 anni, Lorenzo Parelli che si trovava nel suo ultimo giorno di lavoro, ad ucciderlo un travetto di profilato metallico che gli è precipitato addosso uccidendolo sul colpo.

L’alternanza scuola-lavoro, che rientra nei PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali è una metodologia di didattica che permette agli studenti di avere una doppia formazione: teorica e pratica che si può espletare in un ente pubblico o privato. Una pratica che nasce nel 2003 ma che diviene obbligatoria nel 2015 con il Decreto Buona Scuola, legge 107, voluta dall’allora governo Renzi.

Morti sul lavoro, il caso Luana D’Orazio

Luana D’Orazio è la giovane operaia deceduta il 3 maggio del 2021 in un incidente sul lavoro avvenuto nell’azienda tessile dove lavorava. Una morte che fece tanto discutere e indignare perché come si scoprì, l’azienda, per velocizzare il lavoro, aveva staccato tutti i sistemi di sicurezza dal telaio che ingoiò la ragazza. Dalle perizie emerse che se il dispositivo di sicurezza fosse stato in funzione Luana si sarebbe salvata.

Adesso spunta l’ulteriore beffa perché per l’Inail, stando ai calcoli, l’indennizzo che dovrebbe andare alla famiglia è di 166mila euro, una somma che dovrebbe andare al figlio della D’Orazio, che adesso ha sei anni. Denaro che verrà acquisito nel corso del tempo, sino alla maggiore età o se dovesse proseguire gli studi sino ai 26 anni. Per quanto riguarda invece l’assicurazione dell’azienda, che dovrebbe anch’essa erogare un risarcimento, si è ancora nella fase di calcolo.

La procura di Prato aveva chiesto il processo per Luana Coppini, titolare dell’azienda, insieme al marito, Daniele Faggi e al tecnico esterno dell’azienda, Mario Cusimano. I reati contestati sono quelli di omicidio colposo, rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistica, soprattutto per le modifiche tecniche apportate ai sistemi di sicurezza, di cui il macchinario che ha ucciso Luana D’Orazio è dotato.

il processo prenderà il via giorno 7 Aprile 2022, farà fede la perizia del consulente della procura, una perizia che sostiene quanto segue: Luana D’Orazio è stata trascinata dentro l’orditorio, in quel momento il macchinario stava viaggiando a velocità massima in una fase chiamata “lepre”, la fase più pericolosa, quella fase in cui le saracinesche di sicurezza dovrebbero essere attive.

Siamo sempre dinnanzi al solito macabro spettacolo: morti sul lavoro, indagini, mancanze, indignazione, risarcimento. Nel mezzo le promesse stantie che sul lavoro non è giusto morire… sino alla prossima vittima. 

di Sebastiano Lo Monaco

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