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Morti sul lavoro, ennesima tragedia

Morti sul lavoro – C’è un famoso detto che recita così: “Si muore soli”. Se ogni morte si porta dietro più storie, le morti sul lavoro raccontano anche altro, soprattutto la vita della vittima fuori dalla famiglia e il mondo del lavoro.

Un mondo del lavoro dove le vittime vengono definite, poeticamente, “morti bianche”. Quella di Nicoletta Palladini, 50 anni, allora è un’altra morte bianca. Una di quelle morti che vengono raccontate dai giornali e che squarciano un velo sulla condizione lavorativa in Italia.

“In fabbrica c’era solo lei”, questa è la prima dichiarazione che hanno raccolto gli investigatori arrivati sul luogo dove è stato ritrovato il cadavere della donna, dentro una fabbrica che lavora il vetro.

La morte di Nicoletta si porta dietro altri spaccati, altri particolari che messi insieme danno il quadro della situazione: il forno, quello dove si lavora il vetro, non è stato mai spento, nemmeno domenica sera quando la donna è stata ritrovata senza vita. La produzione deve andare avanti perché così vuole il mondo capitalista. La regola principale è produrre nonostante tutto, con meno costi possibili.

Morti sul lavoro lascia dei sopravvissuti

Ogni morte, soprattutto quella che avviene sul posto di lavoro, lascia dei sopravvissuti. In questo caso sono il marito e le due figlie di Nicoletta che dovranno farsene una ragione: il lavoro si è presa la loro madre. Nicoletta non era una dei lavoratori a tempo, non era nemmeno una lavoratrice in appalto perché in quella vetreria oltre il 50% non è assunta direttamente dall’azienda ma provengono dalle cooperative.

Nicoletta aveva un ruolo di responsabilità e domenica era da sola. Sola insieme alla nuova macchina acquistata grazie ai finanziamenti dell’Industria 4.0. La macchina trasporta bancali, bicchieri, prodotti di vetro come i boccali che arrivano a Monaco per l’Oktoberfest.

“La morte della donna è avvenuta intorno alle tre della notte tramite decesso per schiacciamento”,
linguaggio burocratico, freddo, distaccato.  Chi è arrivato per primo sul posto, di Nicoletta, ha visto solo una ciocca di capelli bionda.

“Qualcosa è andato storto. Non è mai successo. I sistemi di sicurezza non hanno funzionato”,
le solite frasi, la solita prassi che porta ad un nulla di fatto. Poi ci sono le cifre e allora la storia cambia: Gennaio-Settembre 2022, 88 morti. Venti decessi a settimana, tre infortuni mortali al giorno. Sono numeri da guerra, numeri inaccettabili se si fosse in una nazione seria che avesse al cuore la salute dei propri lavoratori.

di Sebastiano Lo Monaco

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